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Gravina: «Per Euro2032 siamo molto indietro sulla questione stadi»

All’evento “Italia-Inghilterra, derby d’Europa”: «La costruzione delle infrastrutture in Italia non può arrivare con l’elargizione di soldi a fondo perduto da parte del Governo Italiano».

Gravina: «Per Euro2032 siamo molto indietro sulla questione stadi»
Ci Bari 14/10/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Italia-Malta / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha partecipato all’evento “Italia-Inghilterra, derby d’Europa” all’ambasciata italiana di Londra.

Su Euro 2032 che saranno ospitati da Italia e Turchia, Gravina ha spiegato:

«Siamo ancora molto, molto indietro sulla questione stadi. L’organizzazione dell’Europeo del 2032 è una opportunità, una occasione che viene presentata al nostro paese. Un’occasione che arriverà 42 anni dopo Italia ’90 ed è una opportunità. Dobbiamo sensibilizzare tutti e capire che la costruzione delle infrastrutture in Italia non può arrivare con l’elargizione di soldi a fondo perduto da parte del Governo Italiano. Lavoriamo con un’altra potenza del Mediterraneo per abbattere le distanze attraverso un evento attivo. Il 2032 lo dobbiamo considerare uno specchio in cui vedere i nostri limiti. Dobbiamo porre rimedio a questi limiti e sbloccarci mentalmente, lo stadio è uno degli strumenti più importanti per valorizzare il brand del calcio italiano. Da parte nostra c’è massima disponibilità, faremo in modo che ci sarà meno burocrazia e un ente pratico per accelerare la costruzione degli stessi. Qualche giorno fa ho avuto il piacere di inaugurare il Viola Park e devo dire che è meraviglioso, non c’è un centro sportivo migliore. Firenze, Bologna, Cagliari, c’è fermento a Roma: qualcosa sul fronte stadi si muove».

Sul numero delle città italiane coinvolte nella competizione:

«Saranno 5 o 6 le città coinvolte, dipenderà molto dal calendario sportivo. Ma non possiamo pensare che il 2032 sia la competizione utile per costruire solo 5-6 stadi. Dobbiamo attivare una concorrenza leale affinché tutti possano attivarsi per la costruzione di strutture all’altezza. Abbiamo dovuto preparare un progetto con garanzie sugli stadi che non avevamo. C’era il rischio di non poter essere ammessi e quindi in tempi non sospetti ho avviato questa cooperazione con la Turchia. Pensiamo che favorire questo processo di cooperazione potrà dare ancora maggiore valore al calcio. Il calcio può abbattere qualsiasi barriera, consente ai popoli di avvicinarsi».

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