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Giorgetti: «Il Decreto crescita ha un effetto distruttivo sul vivaio del calcio italiano»

Il ministro per lo Sviluppo Economico ha richiesto una maggiore riflessione sul tema del calcio

Giorgetti: «Il Decreto crescita ha un effetto distruttivo sul vivaio del calcio italiano»
Roma 12/11/2022 - conferenza stampa Consiglio dei Ministri / foto Ufficio Stampa Presidenza Consiglio Ministri/Image nella foto: Giancarlo Giorgetti

Il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha parlato in merito al Decreto crescita:

«Sul caso del rientro dei cervelli, sui calciatori una riflessione andrebbe fatta perché non c’è solo il vantaggio per i grandi campioni, ma c’è l’effetto distruttivo per il vivaio di calciatori italiani che trovano una concorrenza impropria».

La preoccupazione di Giorgetti è che il decreto crescita possa limitare i giovani calciatori italiani. Per molti club della Serie A, infatti, il rischio è di vedere sempre meno prodotti del vivaio nell’undici titolare o in panchina.

Giorgetti ha continuato così:

«Dei 24.450 impatriati, i ricercatori e docenti sono circa 1.800. Gli altri sono top manager o manager o persone che hanno sfruttato una agevolazione che non è che non costa. L’effetto sulla case dello Stato di questo regime agevolativo è valutabile in 1,3 miliardi di euro annui».

In sostanza, chi ha potuto usare i vantaggi del decreto non era uno studente. Il target è stato largamente mancato, ma questo è diverso perché le modifiche recenti non riguardano lo sport, ma è possibile cambiare qualcosa. Il ministro Giorgetti ha poi potuto concludere così il suo intervento:

«Nel momento in cui il mio modesto cervello si è applicato a redigere la legge di bilancio si è applicato soprattutto sui redditi medio bassi, che sono quelli più colpiti dalla dinamica inflazionistica».

Pochi giorni fa infatti il Governo aveva pensato di inserire anche i calciatori tra le categoria che non avrebbero più potuto usufruire del decreto crescita, ma poi in fase  di approvazione la bozza era stata modificata  così:

«Allo stesso tempo, però, nel testo c’è anche scritto che «restano invariate le disposizioni per i ricercatori, ricercatori universitari e lavoratori dello sport già previste».

GRAVINA E LE ACCUSE DI DE LAURENTIIS SUL CALCIO ITALIANO

Quella sui diritti tv è “una questione brillantemente risolta”. E con una certa soddisfazione il presidente della Figc Gabriele Gravina chiude anche l’annoso problema dei diritti tv. Le proteste di Aurelio De Laurentiis ormai vengono prese con un sufficiente distacco anche da Gravina.

Gli della “morte del calcio” paventata dal presidente del Napoli in seguito all’accordo. Gravina allarga le braccia: Ne sento parlare da tanto tempo. In questo momento di difficoltà economico-finanziaria, portare a casa un risultato che mette in sicurezza il sistema e consente di lavorare sulla progettualità futura, è un atto di grande responsabilità da parte di chi ha portato avanti le trattative. Si poteva fare meglio, come sempre, ma manteniamo i piedi per terra.

Ha un sussulto quando gli domanda dei progetti di riforma del calcio. “Non mi parlate di riforme perché è un fatto di volontà, che non dipende da me. Qui l’unico che ha presentato progetti di riforme sono io. Fino a quando esisterà nel nostro statuto federale la clausola dell’intesa con le componenti non me ne parlate. Andiamo a vedere i soggetti che sono quelli che invocano le riforme e poi non accettano di modificare lo status quo…”. 

 

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