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David Di Michele: «Al Napoli manca soprattutto la serenità dell’ambiente»

A Kiss Kiss Napoli: «Sono stato vicino al Napoli nella stagione 1999/2000. Osimhen? Senza il nigeriano non riesci ad allungare la squadra avversaria» 

David Di Michele: «Al Napoli manca soprattutto la serenità dell’ambiente»
Db Napoli 03/10/2023 - Champions League / Napoli-Real Madrid / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Victor Osimhen-Antonio Rudiger

David Di Michele ha parlato ai microfoni di Kiss Kiss Napoli, durante la trasmissione “Il calcio della sera” con Emanuele Calaiò e ha detto la sua su quello che potrebbe essere il Napoli nelle prossime partite, vista l’indisponibilità  di Osimhen per l’infortunio con la nazionale. «Assenza di Osimhen? Sicuramente il gioco con il nigeriano è diverso che se metti uno tra Raspadori e Simeone. Osimhen attacca la profondità come non fanno gli altri due, forse il Cholito un po’ di più, ma senza il nigeriano non riesci ad allungare la squadra avversaria. Magari puoi affidarti ad un gioco più corale, per far salire la squadra e giocare in maniera più organica

L’ex giocatore della Salernitana ha voluto sottolineare, però, come i problemi del Napoli in questo momento siano altri:

«Ma al Napoli in questo momento manca soprattutto la serenità dell’ambiente, per tornare a dimostrare di essere la squadra dell’anno scorso, anche se adesso hanno un allenatore diverso che ovviamente ha idee diverse rispetto a Spalletti.»

Proprio sull’ex tecnico del Napoli, si è espresso così:

«Spalletti mi aspettavo che potesse diventare uno dei migliori al mondo, da quando era a Udine aveva già fatto un salto di livello incredibile. A Roma, poi allo Zenit ed infine al Napoli dove era l’unico che poteva fare la differenza e vincere con quella squadra. In nazionale è in difficoltà perché l’Italia ha poco cambio generazionale, ma lui già sta mettendo mano alla sua impronta e già si vede ciò che vuole dalla squadra.»

Proprio in riferimento alle difficoltà della nazionale, ha parlato della diversa gestione dei talenti giovani in Premier: «La Premier già tredici anni fa era un calcio dieci anni avanti a noi. Sanno valorizzare i giovani dei vivai, questa è la differenza, perché garantiscono quel ricambio generazionale che a noi manca. Noi qui i giovani non li facciamo giocare, abbiamo paura a dargli fiducia. Poi lì ogni partita è uno spettacolo, come andare a teatro

L’ex della Salernitana ha anche rivelato di essere stato molto vicino a vestire la maglia del Napoli:

«Ho rischiato di vestire la maglia azzurra quando ero a Salerno con Delio Rossi, stagione 1999/2000. Avevo fatto praticamente tutto col Napoli, poi il mister bloccò la cessione dicendomi che ero troppo importante per quel gruppo, ed invece finii in tribuna per otto gare consecutive. Alla fine la Salernitana finì per retrocedere mentre quell’anno il Napoli vinse il campionato di B. Peccato perché sarebbe stata un’esperienza unica, perché la città è meravigliosa, c’è una piazza pazzesca dal punto di vista del tifo e sicuramente gli azzurri hanno fatto la storia del calcio. Mi sarebbe piaciuto poter vestire la maglia del Napoli»

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