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Comincia da Raspadori il lavoro dell’alchimista Garcia

È un calciatore fondamentale per quel cambio di pelle di cui il tecnico parla sin dal suo arrivo. Non a caso a Frosinone partirà titolare

Comincia da Raspadori il lavoro dell’alchimista Garcia
Db Dimaro (Tn) 24/07/2023 - amichevole / Napoli-Spal / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giacomo Raspadori

A 23 anni Giacomo Raspadori ha già vissuto più vite calcistiche. È stato un enfant prodige, l’elemento più rappresentativo del calcio d’élite in provincia mostrato da De Zerbi a Sassuolo; è stato un debuttante-mascotte quando, pochi mesi dopo la sua prima stagione da professionista, ha fatto parte del gruppo vincente scelto da Mancini per Euro 2020. A Napoli, invece, Raspadori è ancora trattato come un oggetto misterioso. Ha segnato già qualche gol importante all’Ajax in Champions League, allo Spezia e alla Juve in campionato – che sono tra l’altro i due gol-epitome dello scudetto appena vinto, quelli che hanno aperto e chiuso un cerchio irripetibile – eppure la sensazione è che quando si parla di lui lo si faccia con un’incomprensione di fondo. Qualcuno si chiede già se valga davvero i 35 milioni che il club ha speso per lui la scorsa estate. E se anche li valesse, continuano i più critici, perché durante una stagione in cui le cose sembravano perfette Spalletti non gli ha dato minutaggio? Raspadori è  l’ennesima illusione del calcio italiano?

Le cose non stanno così. Da quando è arrivato a Napoli, nelle interviste e in conferenza Rudi Garcia non fa che parlare dei naturali cambiamenti che attendono la squadra, dell’esigenza di uscire dalla “zona di comfort” spallettiana del 4-3-3. Raspadori è al centro di questi discorsi tecnici, e non è un caso se prima della partita che attende il Napoli a Frosinone è stato lo stesso Garcia a confermare la presenza dell’attaccante tra i titolari: “Raspa può giocare esterno o mezzala, quello che è sicuro è che domani gioca”. Insomma, se la qualità calcistica dell’ex Sassuolo – le sue letture nello stretto, la sua capacità di arpionare il pallone e difenderlo come se fosse alto almeno dieci centimetri in più – sono sempre state fuori discussione, adesso è arrivato il momento di ritagliargli un ruolo da protagonista.

Tutte le qualità che cingono il talento di Raspadori non sono confinabili a un ruolo preciso. Ha un istinto del gol naturale; sa riconoscere il campo da occupare e ci si inserisce bene nonostante un fisico gracile; nello stretto trova sempre il tempo e lo spazio per calciare. Senza dimenticare una qualità di calcio – inteso come il fondamentale del tiro in porta – che è praticamente unica nel panorama italiano, come ci ha ricordato il gol a Torino contro la Juventus. Nelle amichevoli precampionato Garcia ha provato Raspadori sia da mezzala che da esterno destro posizione da cui partiva sulla carta per poi accentrarsi a fianco a Osimhen. Una soluzione che potrebbe portare i suoi frutti se equilibrata con le sovrapposizioni di Di Lorenzo e la creatività di Kvaratskhelia da sinistra. Non vedremmo Raspadori largo, quindi, ma in ruolo più ibrido e verticale, pronto a sfruttare gli spazi lasciati liberi dagli attacchi di Osimhen alle difese avversarie.

In una stagione in cui il Napoli per forza di cose non potrà ripetere un dominio asfissiante sugli avversari, si rivelerà utile poter contare su un attaccante non solo tecnico ma bravo negli spazi angusti, pronto a infilare la zampata decisiva. Vedremo, ci ha detto Garcia, un Napoli camaleontico, diretto, probabilmente anche più sporco. Per continuare a vincere serve soffrire, ed è in un contesto del genere che il Napoli non può accontentarsi dei pattern che lo hanno portato al successo. Per restare in quelle zone di classifica serve creatività anche in panchina. È iniziata la recherche di Rudi Garcia, insomma, per prendersi il Napoli e la vetta del campionato. E ad oggi, l’oggetto di questa recherche si è incarnata nel talento, ma soprattutto nella possibile valorizzazione, di Giacomo Raspadori.

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