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Carraro: «È ingiusto e inaccettabile che solo Malagò non possa andare oltre il limite dei tre mandati»

Al CorSera: «Il presidente del Coni ha meno poteri e denari di certi presidenti federali. Sembra una norma contra personam».

Carraro: «È ingiusto e inaccettabile che solo Malagò non possa andare oltre il limite dei tre mandati»
Db Milano 02/07/2015 - Riunione di Giunta del Coni / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Franco Carraro

Il Corriere della Sera intervista Franco Carrado, ex presidente di Figc, Coni, Lega Calcio e membro Cio e Uefa, oltre che con un passato in politica da sindaco di Roma, ministro e senatore. Carraro difende il Coni e Malagò.

«Il Coni è passato da 450 a 100 milioni di bilancio, di cui solo 45 di proventi pubblici, e da 600 a 160 dipendenti: calcio e tennis dispongono di più risorse di lui. Lo Stato, tra Sport e Salute e Dipartimento, conta su 750 dipendenti e quindi comanda. Ciascuno giudichi come crede. Ma questo meccanismo, imperfetto e da calibrare, ci ha fatto vivere in epoca di Covid uno dei periodi più vincenti nella storia. La collaborazione tra Coni e federazioni sportive ha portato l’Italia ai vertici».

Il Coni, dice Carraro, «rappresenta democraticamente l’associazionismo sportivo, i club, gli atleti e i tecnici e ci porta ai Giochi. Va rispettato e valorizzato, sempre».

Invece non si sta andando in questa direzione: la Commissione Affari Costituzionali ha appena abolito il limite dei tre mandati ai presidenti federali. Il vincolo viene annullato per tutti i presidenti federali, ma non per il numero 1 del Coni. Le federazioni sono strutture private, il Coni è ente pubblico, quindi per legge oltre i tre mandati non si va: Malagò nel 2025 deve lasciare. Carraro:

«Condivido l’emendamento della commissione, anche il compromesso: se ottieni i due terzi dei votanti puoi svolgere più mandati. Il nostro modello di riferimento è europeo, nessuna federazione estera mette limiti in questo senso. È vero che in Italia il ricambio è meno rapido. Ma consentire di governare a coloro che vincono a larga maggioranza mi sembra un compromesso giusto. Hai il potere saldo se lavori bene dalla mattina alla sera sennò te lo portano via. In Italia i candidati unici ottengono sempre meno dell’80% dei voti, segno di maggioranze non bulgare. Uno sfidante serio può vincere le elezioni e garantire il ricambio».

Il vincolo viene abolito per tutti, non per la presidenza del Coni. Carraro commenta:

«Lo trovo moralmente inaccettabile ed eticamente ingiusto. D’accordo, il Coni è un ente pubblico e le federazioni no, ma chi lo guida oggi ha meno poteri e denari di certi presidenti federali. Spero che in sede di approvazione della legge si possa cambiare la norma. L’impressione di una norma contra personam esiste. E lo troverei profondamente ingiusto».

Per Carraro il lavoro di Malagò è stato esemplare.

«Malagò complessivamente è molto sul pezzo. Mettetevi nei suoi panni: è stato presidente per sei anni con poteri fissati nel 1945 poi tutto è cambiato in un giorno in Commissione e il giorno dopo in aula. Malagò ha gestito un Coni capace di un lavoro enorme durante il Covid con risultati brillanti per l’Italia. Non dico debba rimanere presidente, dico solo che secondo me nel 2025 ha il diritto di candidarsi se lo desidera».

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