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Binaghi e i presidenti federali a vita: un emendamento cancella il limite dei tre mandati

Emendamento presentato da un amico di Paolo Barelli (Federnuoto). Binaghi è già a 6 mandati senza concorrenti: verso l’infinito e oltre

Binaghi e i presidenti federali a vita: un emendamento cancella il limite dei tre mandati

“Sono personalmente disgustato”. Se non fosse calato sui social il durissimo commento dell’ex ct della Nazionale di pallavolo Mauro Berruto, deputato del Partito Democratico, il caso sarebbe passato tutto sommato sotto silenzio o quasi: grazie ad un “blitz notturno” un emendamento presentato da alcuni deputati di Forza Italia per cancellare il limite dei mandati per i presidenti delle federazioni sportive è stato approvato dal Governo:

La frase della la Legge 8-2018 “il presidente e gli altri componenti della giunta nazionale non possono svolgere più di tre mandati” è diventata “Il presidente e gli altri componenti della giunta nazionale possono svolgere più mandati”. Ed ecco fatto.

In pratica, una volta passata la trafila legislativa, i presidenti delle varie federazioni sportive italiane, alcuni dei quali al potere da non si sa più quanti anni, potranno restare al loro posto praticamente a vita.

Cambia solo una cosa, per essere rieletti dopo il terzo mandato anziché della maggioranza assoluta avranno bisogno una maggioranza qualificata: due terzi dei voti validamente espressi.

“Chi ha visto un’elezione federale sa di cosa parlo – ha commentato Berruto – scatoloni di deleghe e pulmann stipati per portare la persone alle urne. Questo escamotage da sepolcri imbiancati diventerà semplicemente un‘ulteriore clava contro eventuali minoranze che si propongano come tentativo di cambiamento. È letteralmente una vergogna”.

Le ricadute le racconta molto bene su Tennis Magazine Riccardo Bisti. Perché il caso del tennis è macroscopico. “Angelo Binaghi, presidente dal 18 dicembre 2000 e al suo sesto mandato, potrà continuare a candidarsi all’infinito, e con lui i suoi fedelissimi consiglieri (Gianni Milan, Isidoro Alvisi, Raimondo Ricci Bitti e Graziano Risi sono i più longevi)”.

“Si prospettano scenari potenzialmente surreali: Binaghi ha 63 anni e – visto che attualmente sono in carica presidenti vicini (e oltre…) l’ottantina – in teoria potrebbe anche raggiungere la doppia cifra di mandati. Significherebbe il 50% della sua intera esistenza al comando della Federazione Italiana Tennis (e Padel, ormai bisogna abituarsi)”.

Berruto scrive di federazioni sportive come “monarchie assolute”. Visto che c’è anche chi è in carica da più tempo di Binaghi, sfruttando norme elettorali di “stampo medievale”.

Il pezzo di Bisti descrive molto bene il sistema delle deleghe, che è italianissimo. Val la pena leggerlo per intero. Ma è ancora più interessante la genesi di questo emendamento: “il primo firmatario è il deputato umbro Raffaele Nevi. Quest’ultimo è presidente vicario del gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera. La nomina sua è arrivata su proposta di… Paolo Barelli, che di Forza Italia è capogruppo alla Camera, ma è anche presidente della Federazione Italiana Nuoto dal 2000, proprio come Binaghi con il tennis”. “E’ innegabile la sua vicinanza a Nevi: non solo appartengono alla stessa forza politica, ma lo stesso Nevi lo ha definito collega e amico.

Beh, ma Binaghi dovrà pur sempre vincere le prossime elezioni con più del 66% dei consensi… Ebbene, basti sapere che il Presidente della Federtennis questa soglia l’ha superata in cinque delle sei precedenti elezioni. E che nel 2000, contro Rino Tommasi, si fermò al 63%. Dal 2004 in poi Binaghi si è presentato alle elezioni da candidato unico, e – conclude Bisti –  “questo monopolio ha desertificato l’opposizione, perlomeno quella attiva”.
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