Tare poteva prendere Kim nel 2020, ma costava già troppo per la Lazio (CorSport)
L'addio perché rischio c'era la sua autonomia. 18 anni come ds contraddistinti da ottimi colpi e qualche rimpianto, come il coreano campione d'Italia

Db Genova 21/09/2014 - campionato di calcio serie A / Genoa-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Claudio Lotito-Igli Tare
Igli Tare e la Lazio si sono già detti addio. Una collaborazione lunga diversi anni che ha visto il direttore sportivo biancoceleste portare alla corte di Lotito giocatori sconosciuti che hanno fatto la fortuna della Lazio.
Certo, la Lazio non è mai stata una seria pretendente al titolo, quest’anno il secondo posto l’ha tirato fuori dal nulla Sarri ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. I colpi Milinkovic Savic, Luis Alberto, Zaccagni, De Vrij, e tanti altri, portano la firma di Tare.
Su l’addio del direttore sportivo Tare ne scrive il Corriere dello Sport:
“Igli Tare non ha mai considerato la Lazio solo un rapporto di lavoro: uno stipendio. Quando ha capito che il suo ruolo avrebbe perso potere decisionale, a causa di una complicata convivenza con Sarri, ha preferito fermarsi. Mai avrebbe rinunciato alla liberta di scegliere un mediano o una mezzala“.
Tare fa parte della schiera di direttori sportivi che confermano come la competenza sia imprescindibile in questo mestiere. Certo come tutti gli esseri umani gli errori sono dietro l’angolo. Uno dei più recenti Muriqi o ancora Wallace. Lui si è sempre assunto la responsabilità di ogni colpo, nel bene e nel male. Per Tare, l’autonomia non ha prezzo, nonostante i rimpianti:
“Uno è legato al difensore Kim, campione d’Italia con il Napoli: voleva acquistarlo nel 2020, quando il sudcoreano giocava in Cina con il Beijing Guoan. Ma il costo del suo cartellino era già troppo alto per il portafoglio della Lazio“.