Tare: «Con Sarri non abbiamo mai litigato, ogni giocatore è stato concordato con lui»

In una lettera al Messaggero: «Ho parlato di secondo posto perché avevamo l’obbligo di lottare per 18 milioni in più. Facevo gli interessi della società»

tare direttore sportivo Milan

As Roma 03/10/2019 - Europa League / Lazio-Rennes / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Igli Tare

Il giorno dopo l’addio di Tare alla Lazio, il Messaggero riporta altre parole del direttore sportivo che in una lettere ha spiegato i motivi dell’incompatibilità con Sarri.

Tare ha tenuto a ribadire che il suo addio non è una questione economica, ha rifiutato proposte più allettanti da altri club, italiani ed europei. Con una lettera pubblicata dal quotidiano, ha anticipato il presidente Lotito che aveva in programma un incontro tra oggi domani per formalizzare il congedo.

Scrive Tare:

«Non devo rimanere a tutti i costi, nonostante un legame enorme con questo club che ho dimostrato con i fatti, rifiutando negli anni Milan, Napoli ed Eintracht. Avrei guadagnato dieci volte di più, da tempo sarei potuto andare altrove, ma io vado avanti in base ai rapporti e sono sempre rimasto per la grande riconoscenza che avevo per un presidente che mi ha dato fiducia in un certo momento. Gli sono sempre rimasto fedele, ma ora devo fare il professionista, non ho intenzione di sbattere la testa contro un muro».

E ancora, chiarendo il rapporto con Sarri:

«Io l’ho portato alla Lazio e l’ho supportato per il rinnovo sino al 2025 quando lui mi ha confessato dopo 4 mesi di essersi innamorato della Lazio. Mi aveva chiesto aiuto per fare un progetto, poi non so cosa sia successo. Noi non abbiamo mai litigato. Quando Sarri è arrivato ha fatto alla squadra il discorso migliore che avessi mai sentito nella mia carriera alla Lazio: “Entro 2-3 anni dobbiamo essere fra le top 3 squadre in Italia ed entro altri 3 fra le migliori 5 in Europa»

L’ex direttore sportivo della Lazio precisa quindi che il rapporto con Sarri era ottimo, poi qualcosa, senza un apparente motivo si è rotto.

«Io sono intervenuto, quando eravamo in alto in classifica e lui voleva farlo passare per un miracolo. Ho parlato di secondo posto non per fargli pressione, ma perché è chiaro che avevamo l’obbligo sino alla fine di lottare per avere 18 milioni in più a bilancio. Io facevo gli interessi della società, nient’altro».

La lettera continua mettendo alcuni puntini sulle “i”:
«Ogni giocatore è stato concordato con Sarri. Sosteneva che Cancellieri sarebbe diventato un crac e poi non lo ha fatto giocare, quindi non ha fatto parlare il campo. Mai detto che era propedeutico a Ilic, che sarebbe entrato solo se usciva Luis Alberto, su cui il Siviglia si è tirato all’ultimo indietro. Maximiano è stato scelto da Grigioni (anche lui ai saluti, ndr), che ha dato l’ok a Lotito dopo un report che gli avevo consegnato, io stavo trattando Vicario. L’allenatore aveva dato l’ok a Gila e Romagnoli, poi Lotito ha deciso di prendere anche Casale per farlo contento. Il primo anno dovevano arrivare 6 giocatori e ne sono arrivati 7-8, il secondo 5 e ne sono arrivati di più, in totale 16 in un biennio. Dovevamo svecchiare la rosa, ottenere i risultati sportivi e io ho piazzato 14 giocatori in uscita a gennaio».

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