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Spalletti pare un uomo in fuga, non si capisce bene da cosa (CorSera)

La fuga dalla vittoria è già appartenuta a Mourinho, Conte, Allegri e Sarri. Il Napoli non sarà sfregiato, ma non si possono fare rivoluzioni ogni anno

Spalletti pare un uomo in fuga, non si capisce bene da cosa (CorSera)
Napoli's Italian coach Luciano Spalletti gestures during a training session on April 11, 2023 at the club's training center in Castel Volturno, northwest of Naples, on the eve of the UEFA Champions League quarterfinal first leg football match between AC Milan and SSC Napoli. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Sul Corriere della Sera Daniele Dallera scrive del Napoli e del divorzio che sembra ormai annunciato tra De Laurentiis e Spalletti. Il tecnico del Napoli, scrive, sembra un uomo in fuga, anche se non si sa bene da cosa. E non è il primo a fuggire dopo una vittoria. Lo hanno già fatto Mourinho, che, anzi, si appresta a farlo di nuovo con la Roma, Conte, Allegri e Sarri.

Dallera scrive:

“Il divorzio tra Spalletti & De Laurentiis fa discutere, spiazza, entra nella sfera sempre curiosa del mistero, si porta dietro aspetti psicologici e motivazioni caratteriali che nemmeno quello tra Francesco Totti e Ilary Blasi svela, questo è più terreno, si fa baruffa per soldi, orologi, borse e metri quadri. Più ideologico quello che si consuma al Maradona, il presidente dice «non tarpo le ali a nessuno», il suo (ex) tecnico replica stizzito «io non devo volare da nessuna parte, non ho bisogno di ali, al massimo indosso stivali». Più che «l’uomo degli stivali», l’allenatore fresco campione d’Italia pare un uomo in fuga, non si capisce bene da cosa. Spalletti non inventa nulla di nuovo, nel calcio la fuga dalla vittoria l’hanno già percorsa Mourinho (attenzione si appresta a concedere il bis alla Roma), Conte, Allegri, Sarri, separazioni consensuali o più spesso litigiose, questa si caratterizza per rispetto reciproco, ma anche fastidio e ironia”.

Il Napoli non sarà rovinato, continua Dallera, ma occhio a fare rivoluzioni tutti gli anni.

“Di una cosa restiamo convinti, il giocattolo vincente, il capolavoro, il Napoli, non sarà sfregiato. Anche se i confini di una squadra sono fragili e le rivoluzioni non si possono fare tutti gli anni, l’equilibrio non solo è necessario ma addirittura vitale, in questo epilogo ne osserviamo poco”.

 

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