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Fagioli ha scontato la pena, ma ora va risarcito?

Sembra che l’Italia serva a Fagioli per rifarsi un nome. Strano che l’aiutino arrivi da Spalletti che ci ha propinato una filippica sui valori

Fagioli ha scontato la pena, ma ora va risarcito?
Mg Reggio Emilia 23/09/2023 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Nicolo’ Fagioli

Ho letto con attenzione quello che ha scritto Max Gallo sulla convocazione di Fagioli e Acerbi da parte di Spalletti nella lista dei 30, prodromica agli effettivi che comporranno la rosa azzurra agli imminenti Campionati Europei.

Su Acerbi non ho nulla di obiettare. Ha già detto tutto lui e non posso che ribadire il senso di squallore che mi ha trasmesso tutta la vicenda che ha avuto come vittima Juan Jesus.

Su Fagioli, invece, non sono d’accordo.

Per carità, Gallo ha ragione quando dice che dopo aver scontato la pena per scommesse illegali Fagioli è un giocatore come gli altri e, in quanto tale, convocabile dalla nazionale.

La vera domanda, però, è se (come si presume sia valso per gli altri) questa convocazione sia dovuta a ragioni tecniche, ovvero a quanto dimostrato sul campo, o a valutazioni ultronee.

Ci pare difficile, a dire il vero, trovare nelle prestazioni sportive le ragioni di questa convocazione. Parliamo di un giocatore di 23 anni, con una trentina di apparizioni (34) in serie A, meno di 2000 minuti giocati, una sola presenza in nazionale (per un totale di 13 minuti, risalente al novembre 2022, nell’amichevole contro l’Albania quando entrò sul risultato oramai acquisito di 3-1 per l’Italia) e che è stato forzatamente lontano dai campi da gioco per 7 mesi.

Tra i 30 preconvocati da Spalletti è senza ombra di dubbio quello con meno esperienza e l’unico che quest’anno non ha, per forza di cose, dimostrato nulla.

Non è in discussione, in altre parole, la funzione riabilitativa della pena, quanto la apparente funzione risarcitoria di questa convocazione.

Un risarcimento, viene da pensare, che sta a significare qualcosa del tipo “ti abbiamo squalificato perché proprio non se ne poteva fare a meno e lo abbiamo fatto nella misura minore possibile, tirando in ballo un argomento serio e difficile come la ludopatia, ma siamo comunque dalla tua parte, sei dei nostri”.

Dove “dei nostri” significa juventino, ovviamente, come dimostrato dal rinnovo del contratto, ma significa anche azzurro, rappresentante della nazionale.

Paolo Rossi, che pure fu convocato dopo la squalifica per scommesse clandestine, nel 1982 aveva già vinto la classifica cannonieri in Serie A ed era stato un punto di riferimento ai Mondiali del 1978 in Argentina. Tanto per capirci, aveva segnato più gol in Serie A, molti di più, di quante apparizioni abbia collezionato ad oggi Fagioli.

La sua convocazione, che comunque sollevò molte più polemiche di quanto non sia accaduto oggi per Fagioli, aveva un fondamento sportivo. C’era, vero, l’alea del rendimento dopo un lungo periodo di assenza, ma era chiaro a tutti che, secondo Bearzot, era Paolo Rossi che serviva all’Italia (e non c’è bisogno di dire quanta ragione aveva a crederlo).

In questo caso, invece, sembra proprio che sia l’Italia che serva a Fagioli per rifarsi un nome.

Fa specie che l’aiutino in questo senso gli sia arrivato da Spalletti, che solo qualche mese fa consegnò alla stampa, a margine di una intemerata contro la Playstation, una filippica sui valori nella quale spiccava la frase “Viviamo in un mondo che poco incentiva il duro lavoro, il sudarsi le cose: i ragazzi di oggi preferiscono mettere una foto su Instagram con il capello fatto piuttosto che abbassare la testa e pedalare”.

Beh, nella stagione 2023/24 ci sono sicuramente giocatori che in campo hanno pedalato e che in allenamento hanno lavorato, ragazzi ai quali sarà arrivato il messaggio che il duro lavoro, evidentemente, non vale quanto la necessità di risarcire un giocatore che è stato squalificato per scommesse illegali.

Un nome su tutti? Gianluca Gaetano, del quale Spalletti diceva cose magnifiche quando lo allenava (“diventerà uno dei più grandi centrocampisti“), che aveva detto di voler convocare a marzo e che quest’anno ha dato un contributo importante alla salvezza del Cagliari con quattro gol e un assist in sole 15 partite.

Confesso di sentirmi un po’ in colpa per aver scomodato Paolo Rossi nel parlare di Fagioli.

Mi sento totalmente nel giusto, invece, nel tirare in ballo Carlo Ancelotti che nella sua breve e sfortunata esperienza al Napoli ebbe modo di dimostrare a tutti come si difendono sul serio i valori in cui si crede. All’epoca si parlava di razzismo ed ebbe modo di dimostrare come si conduce una battaglia di principio. Anche a costo di mettersi contro i colleghi e gli addetti ai lavori. Anche a costo di perderla. Ma rimanendo coerente.

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