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Il Napoli è e resta un cantiere aperto. E ha ampi margini di miglioramento

Paradossalmente ha vinto prima del previsto. Tanti calciatori possono crescere, soprattutto sotto la guida di Spalletti

Il Napoli è e resta un cantiere aperto. E ha ampi margini di miglioramento
Mg Torino 23/04/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Andre’ Zambo Anguissa

Aspettando la festa possiamo iniziare a ragionare sul futuro sportivo di questo Napoli. Il direttore Massimiliano Gallo, ieri, ha messo in fila un po’ di riflessioni sul futuro di Luciano Spalletti, le parole sornione di De Laurentiis, l’articolo di Antonio Corbo su Repubblica. Provo a portarmi avanti con la l’immaginazione, precisamente ad agosto. Inizia una nuova sfida, più complessa di quella che stiamo terminando e che apre a mille interrogativi. E c’è un motivo.

Paradossalmente il Napoli ha vinto prima del previsto. Non fraintendete queste parole: il progetto del nuovo Napoli che si libera di senatori ingombranti e ricomincia daccapo sotto la stella spallettiana iniziava quest’anno. Abbiamo vinto, anzi stravinto all’inizio del percorso. Tanto da rimanere un po’ delusi per la storica prima qualificazione ai quarti di finale di Champions League (dimenticando il clima irrespirabile di agosto 2022 quando una fetta di tifoseria e di borghesia voleva cacciare Adl e il mister toscano).

Tutto questo paraustiello per evitare un errore ottico imperdonabile. Il Napoli, nonostante la stravittoria in questa stagione, è e resta un cantiere aperto. Ed è per questo, secondo me, che Spalletti potrebbe trovare una cascata di motivazioni non solo per restare ma per provare a stupire ancora di più. Il “suo” Napoli ha margini di miglioramento incredibili. Proviamo ad elencarne qualcuno, senza la pretesa di aver ragione.

Come dice il mio brillante amico Andrea Falco, c’è un solo bug tattico negli azzurri di quest’anno. Quando la squadra non gira a mille e in contemporanea non gira a mille Osimhen (o è infortunato) il Napoli non riesce a trovare contromisure adeguate contro le ripartenze in campo aperto. La tripla sfida persa contro il Milan è certo figlia degli episodi, ma c’è un tema tattico chiaro come il Sole. Le ripartenze di Leao e Diaz hanno spezzato le reni al centrocampo e alla difesa azzurri. Se l’aggressione alta per qualche motivo fa cilecca gli avversari arrivano facilmente in porta. Dunque, siamo migliorabili sotto questo aspetto.

In seconda battuta, alcuni calciatori del Napoli hanno margini di miglioramento oggettivi. Innanzitutto Kvara. Il fenomeno georgiano è alla prima prova (superatissima) con il calcio vero ed ha appena 22 anni. Può trovare tanti nuovi spunti di gioco, cercare strade nuove per l’assist e il gol, perfezionare ancor di più il suo approccio caratteriale al match. E, come ha detto lo stesso Spalletti, può iniziare a calciare le punizioni, nostro nervo scoperto da una vita. Lo stesso può valere per Kim e sicuramente per Olivera che quest’anno ha trovato avanti a sé un fenomenale Mario Rui e un infortunio scocciante a inizio stagione. In panca abbiamo un gioiellino come Giacomo Raspadori. Forse gli va ritagliato un ruolo, forse va integrato con più profondità in un metodo di gioco. Insomma tanti aspetti su cui riflettere per un calciatore dal potenziale enorme. Elmas, forse, può giocare sull’esterno destro con risultati insperati? Potrebbe addirittura crescere ancora Osimhen? Perché no, è ancora molto giovane.

Per ultimo, ma non per ultimo, il calciomercato. Qui possiamo ragionare solo a bocce ferme, senza conoscere chi partirà. In astratto, però, ci sono almeno due zone del campo da poter migliorare. A destra, dove una intelligente campagna acquisti potrebbe portare più finalizzazione e peso specifico nonostante l’annata di Lozano e Politano sia stata più che positiva. Bisogna trovare un rincalzo per Lobotka: Ndombele fa un altro ruolo e, onestamente, le prestazioni del francese sono state assai inferiori al suo talento che resta e si vede.

E forse si potrebbe affrontare un mezzo equivoco. Chi è il vice Osimhen? Il nigeriano non ha un ricambio naturale. Raspagol è forte ed è una variabile tattica importante. Però ad oggi sembra più un jolly da piazzare lì dove serve, ha caratteristiche opposte al 9 del Napoli. Simeone, riserva che resta un lusso, ha ancora altre peculiarità. Insomma, senza Victor il Napoli va in astinenza di profondità e se la squadra cala un po’ si sente tantissimo.

Dunque, tantissimi i temi tattici, tecnici e di calciomercato sul tavolo di Spalletti, De Laurentiis e Giuntoli. Al mister piace lavorare, studiare, plasmare. Lo può fare e la vittoria schiacciante di quest’anno non deve trarre in inganno. Il Napoli è ancora un cantiere che, dall’anno prossimo, dovrà anche portare il bellissimo peso di essere campione d’Italia dopo 33 anni.

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