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Gli strani interrogativi su Spalletti alla vigilia del dì di festa

Una stagione straordinaria, storica, eppure si discute del calo in aprile. Adl lo ha sempre blindato, il signor Luciano non ha mai parlato

Gli strani interrogativi su Spalletti alla vigilia del dì di festa
Napoli's Italian coach Luciano Spalletti looks on prior to the Italian Serie A football match between Salernitana and Napoli on January 21, 2023 at the Arigis stadium in Salerno. Filippo MONTEFORTE / AFP

Cominciamo col ricordare che l’anno dopo la vittoria in Premier col Leicester, Claudio Ranieri venne esonerato. Questo per chiarire che nel calcio tutto è possibile. E una certa similitudine c’è tra le due vicende, soprattutto tra i due allenatori che arrivano a vincere il loro trofeo più importante praticamente alla stessa età: Spalletti a 64 anni e Ranieri a 65.

Questo per rendere conto di un pensiero che nasce un poco strisciando, per dirla alla Patty Pravo. Ma che comunque ha fatto capolino dopo l’1-1 con la Salernitana, e già prima dopo l’eliminazione in Champions col Milan. In teoria il futuro di Spalletti a Napoli è blindato. De Laurentiis ha già detto che il tecnico di Certaldo rimarrà (il tecnico invece è rimasto muto come una sfinge), il club farà valere l’opzione unilaterale per un altro anno (di rinnovo non si è parlato). Ma gli spifferi dicono che non sia poi così sicuro, e non tanto (o non solo) per volere del presidente. Anzi. Spalletti-De Laurentiis sembra essere una di quelle coppie che funzionano a meraviglia soprattutto se non vivono sotto lo stesso tetto. Appartengono a quella categoria di coppie che a distanza danno il meglio di sé. E i risultati sono evidenti e clamorosi visto che il Napoli sta per firmare un’impresa storica e ha disputato una stagione strabiliante.

Ora è inutile sbilanciarsi su quel che accadrà. Anche perché se dopo diciotto anni De Laurentiis si è reso protagonista di quella capovolta con la tifoseria organizzata (con tanto di foto), che cosa vogliamo che sia trovare un accordo con l’allenatore che gli ha fatto vincere lo scudetto? Parliamo di un bicchiere d’acqua. Allo stesso tempo va ricordato che Spalletti guida una squadra forte e che non è affatto detto che in estate perda le sue punte di diamante.

Eppure un venticello soffia. Oggi il presidente in prefettura tra il serio e il faceto ha gettato lì che il Napoli ha battuto la Juventus a Torino con un po’ di fortuna. Antonio Corbo, giornalista molto attento a quel che si muove in città, ieri su Repubblica ha dedicato una pagina all’aprile del Napoli di Spalletti. Il titolo era: “L’inspiegabile aprile nero di Spalletti”. E si concludeva così: “Qual è il Napoli del nuovo progetto? L’infernale macchina da gol con ripartenze folgoranti dell’inizio o la cigolante utilitaria di aprile?”. Corbo lo ha paragonato all’aprile dello scorso anno quando, con un punto in tre partite contro Fiorentina Roma e Empoli, il Napoli si giocò lo scudetto.

Dodici mesi fa – non dimentichiamolo – il tecnico di Certaldo venne ritenuto dalla piazza il principale se non unico responsabile di quel calo. Ci fu anche un battibecco tv con Mertens cui – anche questo non va dimenticato – seguì la visita presidenziale a casa del belga per omaggiare la nascita del piccolo Ciro Romeo e qualche strana dichiarazione (sempre presidenziale) del tipo: “Spalletti vive ancora in albergo, deve sentire che Partenope sta nella sua testa e nella sua anima. Se la sentirà azzurra, ce lo dirà lui”. Era il 9 maggio del 2022. Tre giorni dopo all’esterno del Maradona venne affisso uno striscione di dubbio gusto: “Spalletti, la Panda te la restituiamo, basta ca te ne vaje”. Clima cui Spalletti reagì con visite a San Gregorio Armeno e al murales di Maradona.

In tutta onestà, a noi pare lunare avviare la sia pur minima discussione su Luciano Spalletti, ma un po’ conosciamo il calcio. Spalletti ha condotto il Napoli a un campionato straordinario. Ha ammazzato il torneo con quattro mesi d’anticipo. Perché, di fatto, il campionato il Napoli lo ha vinto già alla prima giornata di ritorno: Napoli-Roma 2-1 e 13 punti di vantaggio sull’Inter. Punti poi diventati addirittura 18 alla quinta di ritorno. Ora stiamo a cincischiare da giorni in attesa dell’aritmetica, ma per la logica aristotelica lo scudetto è in tasca da tempo.

Ad aprile il Napoli è leggermente calato ma bisogna anche intendersi su cosa si intenda per calo. Perché se il confronto è fatto con altri mesi in cui il Napoli ha vinto tutte le partite, il calo è fisiologico oltre che ovvio. In questa stagione il Napoli ha piazzato due filotti da record: prima undici vittorie consecutive e poi otto, con in mezzo la sola sconfitta con l’Inter. Il che vuol dire su venti partite il Napoli ne ha vinte diciannove. Spalletti ne ha anche accennato in una recente conferenza stampa, alludendo a chi lo aveva accusato di aver fatto poco turn-over. In soldoni è come se avesse detto che quello straordinario vantaggio il Napoli lo ha accumulato anche perché hanno giocato sempre i più forti (termine nostro). I più scettici ricordano che il tecnico si avvia a vincere il suo terzo campionato (due in Russia e uno in Italia) e che in tutti e tre i casi ha usufruito della sosta invernale.

È vero che in questo aprile 2023 c’è stato un rallentamento con i due pareggi interni con Verona e Salernitana e la roboante sconfitta 0-4 contro il Milan ma ci sono stati anche i successi a Lecce (prestazione decisamente sotto tono) e a Torino contro la Juventus (prestazione buona anche se il presidente ha parlato di fortuna). La verità, a nostro avviso, è che a pesare è l’eliminazione in Champions contro il Milan. Anche qui, però, è dura sostenere che il Napoli fosse una squadra costruita in estate per vincere campionato e Champions. L’ha scoperto strada facendo e l’ha scoperto anche grazie a Spalletti che ha lavorato e migliorato quasi tutti i calciatori della rosa. A partire da Osimhen. Ma l’elenco è lungo e porterebbe via tanto spazio. Li ha fatti crescere calcisticamente e quindi li ha valorizzati. Il Napoli, sia pure a un ritmo inferiore rispetto al girone d’andata, guida anche la classifica del ritorno con 29 punti, segue il Sassuolo a 26 e la Lazio a 24. Ma il Napoli è come se fosse un ciclista con 25 minuti di vantaggio all’ultimo chilometro, che perda un minuto o trenta secondi è del tutto irrilevante.

Nell’ultima conferenza stampa, Spalletti ha parlato dei cecchini. “Credo che lo scudetto del Napoli farà piacere a tutti, tranne forse a quelli contro e che sono un po’ cattivelli, certi cecchini che ogni tanto ti sparano. Ma c’è solo un modo per non ricevere le critiche, è non fare questo lavoro. Ma per me non è un problema, si fa quello che si deve fare per arrivare primi”.

Questo è lo stato delle cose. Ora arriverà la festa che probabilmente per qualche giorno tutto travolgerà. Poi, però, la festa finirà.

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