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È De Laurentiis che ha portato il Napoli allo scudetto: lo hanno contestato, ora lo adorano (La Stampa)

Questa domenica che promette il titolo di campioni d’Italia è ancora più bella se si guarda al viaggio durato 19 anni dalla C alla vetta della Serie A

È De Laurentiis che ha portato il Napoli allo scudetto: lo hanno contestato, ora lo adorano (La Stampa)
Napoli 16/03/2023 - comitato di ordine e sicurezza pubblica / foto Image nella foto: Aurelio De Laurentiis

Quello che rende ancora più bella questa domenica di attesa per il probabile scudetto del Napoli è il viaggio che lo ha reso possibile, scrive Giulia Zonca su La Stampa. Un viaggio durato 19 anni, da quando, cioè, Aurelio De Laurentiis ha preso il Napoli in Serie C e lo ha portato in cima alla classifica di Serie A. Tutto è iniziato da lì. Il presidente è l’artefice di un cammino lunghissimo che ora vede il Napoli ad un passo dal trionfo. E’ stato adorato, poi contestato, oggi lo amano tutti incondizionatamente.

“Non c’è quasi nessuno in città che guardandosi indietro veda il punto di partenza. Si arretra di più, fino alle soglie del 1990, allo scudetto con Maradona, ma è proprio difficile partire davvero dall’inizio di questa storia, dalla serie C rimossa a forza di gol”.

“Troppi sogni stesi con le bandiere per apprezzare la prospettiva, ma è proprio l’intero viaggio che rende questa domenica tanto promettente. Dalla C1 al primo posto nel campionato di serie A in 19 anni e non sono pochi. Sono una eternità. Pesano più dei 33 passati dall’ultimo titolo, soprattutto perché si portano dietro campi malconci, trasferte scomode, promozioni faticose, memorie maleodoranti, una costellazione di allenatori sempre definiti in totale sintonia con la città e puntualmente partiti senza salutarla”.

Il quotidiano ricorda lo striscione appeso a Soccavo poco prima del fallimento, «prima Maradona poi si abbandona» e scrive:

“De Laurentiis acquista un club rottamato e diventa il chiodo a cui appendere speranze. Lo hanno adorato e poi contestato. Ora lo amano incondizionatamente e lui, il presidente esoso, estroso, permaloso, puntiglioso ha trainato il Napoli dentro questi giorni pieni di azzurro”.

Un cammino lunghissimo, dicevamo, fatto anche di incredibili sprechi, scudetti sfumati.

“E in questo spazio sospeso hanno cominciato a galleggiare le stagioni di mezzo, non quelle smaltite in categorie da superare, le successive. Gli sprechi. I tre tenori, nella fase ormonale del Napoli con Hamsik, Lavezzi e Cavani e come abbia fatto quel Napoli a mancare l’obiettivo qui non è ancora chiaro. Perché Hamsik, che dava passaggi in Ferrari agli anziani sulla via di Castel Volturno e si faceva alzare la cresta dal parrucchiere nella periferia di Quarto, non fosse l’uomo del destino. E perché non lo sia stato Higuain, il prediletto, argentino e della giusta dinastia, l’attaccante perfetto per restaurare la predominanza. Niente, nemmeno con lui, per giunta poi traditore, passato alla Juve per demolire l’ideale romantico impossibile da pretendere e inevitabile da chiedere. Soprattutto qui. Non ce l’ha fatta Mertens a incarnare il riscatto e lui cantava addirittura in napoletano”.

Il Napoli, nella gestione De Laurentiis, ha vinto due Coppa Italia e una Supercoppa ed è tornato più volte in Champions, brillando. Ha brillato, ma non ha incassato i trofei che cercava.

“Ecco, sta per esserci altro da raccontare”.  

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