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La Juve vale più del -15 virtuale dal Napoli, il problema è che naviga a vista da anni (Gazzetta)

Ha giocatori che bastano e avanzano per competere al vertice della Serie A, ma da anni vive sulla cresta del presente, senza una visione sul futuro

La Juve vale più del -15 virtuale dal Napoli, il problema è che naviga a vista da anni (Gazzetta)
Db Torino 29/01/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Monza / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paul Pogba

La Juve vale più del -15 dal Napoli, virtuale o reale che sia, scrive la Gazzetta dello Sport in un pezzo a firma di Sebastiano Vernazza, il problema è che naviga a vista da anni, manca una visione del futuro. Il club ha finora vissuto sulla cresta del presente. Giocatori capaci di portare la squadra a competere per la vetta della Serie A, però, ci sono.

“La Juve doveva e deve fare di più, non ha una classifica proporzionata alla forza dei suoi giocatori e non ce l’avrebbe neppure se le restituissero i 15 punti di penalizzazione. A quota 50, assieme all’Inter, la Juve sarebbe 15 gradini sotto il Napoli. Troppi. Per lo stesso motivo è in discussione Simone Inzaghi. Inter e Juve valgono di più del meno 15 dalla capolista, reale o virtuale che sia”.

La dispersione di talento è incarnata da Vlahovic che anche contro la Roma è rimasto sempre ai margini. Un problema che si porta dietro da quando è arrivato a Torino.

“Vlahovic è involuto in attaccante innocuo perché la squadra non funziona e neppure lo trova nelle ripartenze, che
dovrebbero essere la specialità della casa. Allegri può lamentarsi delle difficoltà di una stagione impazzita per le vicende extra-campo, non dei giocatori che allena e che bastano e avanzano per competere al vertice della Serie A.
E lascia allibiti che nel girone di Champions la Juve abbia vinto un’unica partita, in casa contro gli israeliani del Maccabi Haifa, e perso le altre cinque, incluso il ritorno in Israele”.  

Non c’è un piano, nella visione del club. Non c’è proprio una visione sul futuro.

“Da anni la Juve vive sulla cresta del presente, non riesce a pensarsi oltre il domani, a immaginarsi in un futuro duraturo. All’Allegri dell’annata in corso va riconosciuto di aver concesso spazio ad alcuni giovani, per esempio
Fagioli, Miretti, Soulé, Iling-Junior, Barrenechea, ma i ragazzi non bastano, dovrebbero essere la parte di un tutto, di un’architettura più complessa. Questa riconversione però non si vede, non ancora. La Juve naviga a vista, condizionata dall’incertezza sulle sentenze dei tribunali. Qualche giocatore, per esempio Rabiot in scadenza di contratto, ha già espresso perplessità. L’Allegri in modalità gestore non basta più, non è replicabile il modello della sua prima volta a Torino, quando la squadra era matura e definita. Oggi non c’è nulla da gestire. Serve una svolta culturale, ci vuole una visione, c’è bisogno che Allegri si riconverta in progettista e che usi il campionato per trovare un modo più convincente. Il “capitale umano” non gli manca, la Juve vale di più della sua classifica, a prescindere dal meno 15″.

 

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