La Fifpro (il sindacato mondiale dei calciatori) ha intervistato 64 giocatori del Mondiale: “la metà ha subito un infortunio o è preoccupata di subirne uno”
The Athletic ritorna sul carico di lavoro sostenuto dai calciatori e chiama in causa la Fifpro, l’organizzazione sindacale dei calciatori professionisti. Quest’ultima ha condotto delle interviste con i giocatori che hanno partecipato all’ultimo mondiale:
“Sulla base di un sondaggio condotto su 64 giocatori che hanno partecipato al torneo a novembre e dicembre, quasi nove su 10 ritengono di non aver avuto abbastanza tempo per prepararsi prima della competizione, la metà ha subito un infortunio o è preoccupata di subirne uno perché teme un affaticamento post-torneo e uno su cinque ha affermato di avvertire livelli estremamente elevati di affaticamento mentale ed emotivo rispetto al solito a questo punto della stagione.”
Il quotidiano inglese fa l’esempio di Harry Kane e di Varane che si è ritirato dalla nazionale a 29 anni. Il primo ha giocato 40 partite in 47 giorni. Il secondo ha dichiarato:
«Ho dato tutto, fisicamente e mentalmente, ma giocare ad alti livelli è come stare in una lavatrice. Giochi tutto il tempo e non ti fermi mai. Giochiamo senza sosta. In questo momento, mi sento come se stessi soffocando e che il giocatore stia divorando l’uomo».
Della “cannibalizzazione del calendario” si è parlato in diverse occasioni ma adesso a spaventare il sindacato è la Nations League:
“La Nations League è un perfetto esempio di ciò di cui si lamentano i sindacati, dato che l’obiettivo della Uefa era legittimo ma si è pensato poco al carico di lavoro dei calciatori e nessuno vuole mai rimuovere le partite dal calendario.”
Un altro esempio di questa “cannibalizzazione” è stato il Mondiale in Qatar:
“La decisione di spostare la Coppa del Mondo dello scorso anno è un esempio emblematico, poiché il torneo ha sconvolto i campionati europei che forniscono la maggior parte dei giocatori che prendono parte ai Mondiali. Secondo lo studio Fifpro, solo un giocatore su 10 vorrebbe ripetere quell’esperienza.“