“Come una serie di onde che si infrangono contro le rocce crepanti del calcio italiano. Potrebbe anche vincere la Champions”
Da Maradona a Kvaradona, è ormai un passaggio retorico quasi banale. Ne scrisse anche il New York Times. Ma il Napoli che finisce sui grandi media internazionali prendendosi sempre più spazio, non è banale: è il vero punto d’orgoglio di questa stagione. Basta leggere il lungo ritratto che Luis Miguel Echegaray dedica su Espn alla squadra di Spalletti.
Echegaray ripercorre la storia dei successi del Napoli, saltando da Maradona a oggi:
“C’è una scena in “Maradona”, il meraviglioso documentario di Asif Kapadia sull’iconico giocatore argentino, che essenzialmente dipinge l’immagine perfetta del Napoli come cattedrale del calcio italiano. All’epoca la città si sentiva la figlia non voluta dell’Italia, costretta ad accettare il suo ruolo di proverbiale “contadina” mentre il Nord ghignava. Maradona ha rappresentato l’inizio di un nuovo capitolo per lui e per il Napoli.”
A Napoli el Diez si è finalmente sentito a casa, continua l’articolo, e dopo tre anni dal suo arrivo ecco il primo scudetto tricolore, poi la Coppa Italia e il secondo scudetto. “Da allora i trofei sono stati scarsi e molti tifosi si sono chiesti se l’era di Maradona fosse un’anomalia crudele mentre la Juventus e le due squadre di Milano continuavano la loro tendenza vincente.”
Anche la società stava andando a picco con la retrocessione nel ’98 e la bancarotta nel 2004. Ma in fondo al tunnel ad attendere il Napoli c’era un “burbero e a tratti buffo” imprenditore, Aurelio De Laurentiis:
“La promessa era semplice: stabilità finanziaria e senso di redenzione. I tifosi erano preoccupati: proveniva da un settore completamente diverso e sicuramente non capiva le complessità di una tifoseria resiliente, da colletti blu. Alla fine non solo i tifosi hanno continuato a sostenere la loro squadra durante questi tempi difficili, ma il loro amore per il Napoli si è rafforzato”
“Sono passati 33 anni dal loro ultimo scudetto e questa città, che ammiro profondamente perché mi ricorda New York e la sua natura caotica, è tornata viva perché il club – salvato da un uomo che ama fare soldi con la magia del cinema – sta trasformando i sogni in realtà”
E ancora:
“Il Napoli di oggi, gestito dal carismatico, eccentrico e rispettato Luciano Spalletti sta dominando la Serie A, e onestamente, visto che si prepara anche per l’incontro contro l’ Eintracht Francoforte la prossima settimana negli ottavi, potrebbe vincere anche la Champions League”
Espn elogia il lavoro della società e dello staff tecnico:
“La rinascita del Napoli è un esempio di rinascita intelligente, finanza accorta e scounting attento. Acquisti intelligenti come nel caso del meraviglioso nazionale georgiano Khvicha Kvaratskhelia, essenzialmente ignorato da quasi tutti i grandi club europei. “Kvaradona” (come lo chiamano da queste parti) è un mago. Lui e l’altrettanto elettrizzante attaccante della Nigeria Victor Osimhen stanno creando scompiglio contro qualsiasi avversario che osi incrociarli. Insieme hanno segnato 26 gol.”
Il pezzo si chiude come una “ballata”, da titolo:
“Napoli, oh Napoli. Come una serie montuosa di formidabili onde che si infrangono contro le rocce crepanti del calcio italiano, sei decisamente tornato. Se fossi la Juventus, il Milan o una qualsiasi squadra di Serie A, mi metterei al riparo”.