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Settimana decisiva per la Juventus, fra il nuovo Cda e la riapertura dell’inchiesta plusvalenze

Mercoledì il nuovo Cda, venerdì la decisione sulla richiesta di riapertura del caso plusvalenze e il 27 marzo la prima udienza dell’inchiesta Prisma

Settimana decisiva per la Juventus, fra il nuovo Cda e la riapertura dell’inchiesta plusvalenze
Db Torino 10/11/2019 - campionato di calcio serie A / Juventus-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: stemma

Mercoledì 18 sarà un giorno importante per la Juventus, si potrebbe dire un giorno di rinascita, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta Prisma.

Il nuovo Cda infatti si insedierà proprio mercoledì, segnando ufficialmente la fine dell’era Agnelli alla direzione del club. Il nuovo consiglio ha come obiettivo primario quello di traghettare la società fuori dalla crisi giudiziaria e dalla crisi economico-finanziaria.

Un altro nodo riguarda il processo sulle plusvalenze. Come ricorda la Stampa, venerdì la Corte Federala di Appello prenderà la sua decisione sulla richiesta di riapertura dell’inchiesta della Procura della Figc.

La richiesta è arrivata a seguito del lavoro del procuratore Chinè che aveva chiesto ufficialmente di rivedere la decisione di proscioglimento dello scorso 27 maggio in considerazione dell’art. 63 del codice di giustizia sportiva.

Quest’ultima inchiesta potrebbe anche allagarsi ad altri club come l’Atalanta. Lo ha di fatto anticipato la stessa Procura Federale facendo sapere che sta indagando «per ulteriori condotte disciplinarmente rilevanti» sulle plusvalenze.

Saranno comunque mesi densa di impegni calcistici ed extracalcistici per la Juventus. Il 27 marzo, infatti, ci sarà anche la prima udienza preliminare dell’inchiesta Prisma davanti al giudici Marco Picco.

A tal proposito gli ultimi aggiornamenti parlano non solo dell’autorizzazione ai legali di Ronaldo di quella che potrebbe essere la pistola fumante di tutta l’indagine, ovvero la famosa carta Ronaldo, ma anche, secondo le anticipazioni che arrivano dalla trasmissione Report, che quella carta Ronaldo non l’avrebbe mai firmata. Ci sarebbe solo la firma del club. Un accordo unilaterale insomma.

Venerdì scorso invece è stato il turno della consigliera dimissionaria Marilungo che, ascoltata per 9 ore dalla Procura di Torino, ha raccontato come nel verbale delle sue dimissioni fece scrivere a chiare lettere che la sua decisione derivava da «l’impossibilità di esercitare il proprio mandato con la dovuta serenità e indipendenza anche, ma non solo, per il fatto di ritenere di non essere stata messa nella posizione di poter pienamente “agire informata” a fronte di temi di sicura complessità». Un’accusa bella e buona.

Non è un caso che il nuovo Cda della Juventus sia composta da esperti di economia, contabilità e diritto. Settori lontani dal calcio ma in questo momento fondamentali per il club per superare la tempesta.

Dovranno comunque ricordarsi che c’è una stagione da finire, ma soprattutto da aggiustare dopo la brutta prestazione al Maradona. In questo caso è totale la fiducia ad Allegri e a Cherubini, almeno fino alla fine del campionato.

Per il primo la situazione è molto complicato. Il pesante ingaggio del tecnico obbliga il club a mantenerlo sulla panchina con l’obiettivo principale di raggiungere il quarto posto e di valorizzare i giovani bianconeri. Il secondo è legato ai risultati del primo, altrimenti la società potrebbe trovare nuovi personaggi da inserire nei ruoli chiave.

Alcuni rumors parlavano addirittura di Giuntoli, ma nessun contatto fra società e ds. E poi ancora di Massara, gradito ad Allegri o Carnevali dal Sassuolo.

Le voci sul futuro del club si rincorrono una dopo l’altra. Quel che per adesso c’è di certo è che la Juventus dovrà affrontare un periodo ad alto tasso di stress emotivo e fisico, in campo e fuori.

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