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È morto Mario Sconcerti

Editorialista del Corriere della Sera, voce autorevole del giornalismo sportivo italiano. Era ricoverato da qualche giorno in ospedale

È morto Mario Sconcerti
Db Milano 28/07/2014 - presentazione calendari serie A stagione 2014-2015 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Mario Sconcerti

È morto Mario Sconcerti. È improvvisamente scomparso il noto giornalista del Corriere della Sera, opinionista del calcio italiano, direttore di Tuttomercatoweb. Aveva 74 anni. Era in attività, scriveva quasi ogni giorno. Molto attento ai fenomeni e ai mutamenti del calcio italiano. Era ricoverato da qualche giorno in ospedale.

Uno dei suoi ultimi colpi giornalistici fu la chiacchierata di qualche mese fa con Massimiliano Allegri, una conversazione che fece molto rumore.

Gianluca Di Marzio scrive che è deceduto per un attacco cardiaco. Ma aspettiamo per capire meglio.

Scrive Repubblica:

Grave lutto nel mondo del giornalismo sportivo. All’età di 74 anni scompare Mario Sconcerti, una delle più prestigiose e note firme italiane, attualmente al Corriere della Sera, ma con lunghi e importanti trascorsi anche a Repubblica e al Corriere dello Sport.

Fiorentino, figlio di Adriano Sconcerti, famoso procuratore nel mondo del pugilato (lanciò tra gli altri Alessandro Mazzinghi) iniziò la propria carriera al Corriere dello Sport, nella redazione fiorentina. Nel 1972 passò alla redazione di Milano, e poi il trasferimento a Roma alla sede centrale del Corriere dello Sport alla fine del 1974. Per cinque anni fu l’inviato del ciclismo: cinque Giri d’Italia e tre Tour de France. Raccontò, con immensa bravura e con uno stile diventato punto di riferimento, la prima Roubaix di Francesco Moser.

Nel 1979 passò a Repubblica. Fu il creatore della redazione sportiva: con lui arrivarono le firme di Gianni Brera, Gianni Mura, Mario Fossati, Emanuela Audisio e Licia Granello. Divenne poi responsabile delle sedi di Milano, Bologna e Firenze di Repubblica. Dopo una parentesi alla Gazzetta dello Sport, tornò a Repubblica, dove divenne il fondatore e responsabile delle pagine fiorentine (1988) nella prima sede della redazione, in Oltrarno. In quella fase si distinse per alcune pagine spiazzanti e di una modernità incredibile. Dopo uno strepitoso gol al Napoli, paragonerà Roberto Baggio al David di Michelangelo. La sua direzione sarà tutta all’insegna dell’innovazione.

Nel 1990 passò a Milano. Poi nel 1992 diventò direttore del Secolo XIX di Genova. Tornò presto a Roma per guidare, per sei anni (1995-2000), il Corriere dello Sport: il quotidiano avrà successi straordinari di tiratura durante la sua direzione.

Alla fine del 2000, sotto Vittorio Cecchi Gori, ricoprì il ruolo di dirigente della Fiorentina, la squadra del suo cuore. Successivamente diresse l’Agenzia Giornalistica Chilometri dal 2002 al 2004.

A cavallo di questo periodo iniziò la sua carriera televisiva. Nel 2003 l’approdo su Sky Sport. Dal campionato del mondo 2006 è prima firma sportiva del Corriere della Sera. Nell’agosto 2016, dopo tredici anni come opinionista sui canali Sky, venne ingaggiato dalla RAI come commentatore e opinionista sportivo. Nel gennaio 2018 è opinionista della neonata emittente radiofonica RMC Sport Network. Il 27 maggio 2019, con la chiusura di RMC Sport, Sconcerti diviene editorialista del canale successore, TMW Radio. Dopo essere stato opinionista del campionato del mondo 2018 per Mediaset, ricompare come ospite su Rete 4 a Pressing – Prima serata e su Italia 1 a Pressing nella stagione 2021-2022 e 2022-2023.

Scrive la Gazzetta dello Sport:

Giornalismo in lutto per la morte di Mario Sconcerti. Nato, a Firenze nel 1948, era in ospedale da alcuni giorni e ha avuto un improvviso peggioramento. Cresciuto nel mondo dello sport grazie al padre Adriano procuratore di boxe, era stato anche vicedirettore della Gazzetta dello Sport, nel 1987, ed era tuttora editorialista e prima firma del Corriere della Sera. Iniziò la carriera giornalistica al Corriere dello Sport a Firenze, passando poi a Milano e infine a Roma. Il primo amore era stato il ciclismo poi, passato nel 1978 a Repubblica, aveva creato le pagine sportive del quotidiano romano. Nel 1992 era stato chiamato a dirigere il Secolo XIX di Genova e dal 1995 al 2000 è stato direttore del Corriere dello Sport, il suo primo giornale. Nel corso della sua carriera è stato anche direttore generale della Fiorentina.

Accanto all’attività giornalistica e alle collaborazioni come commentatore televisivo in rai e a Sky, è stata molto prolifica la sua produzione letteraria: “Con Moser da Parigi a Roubaix” (1978), “Storia delle idee del calcio” (2009), “Il calcio dei ricchi” (2012) e “Storia del gol” (2015) in ambito sportivo. Nel 2003 ha scritto il romanzo “Se ha torto Dio” e “L’alba di Roma da riscrivere” 2011.

 

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