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Bolle: «Maradona ha cambiato la percezione del calcio, come Nureyev ha fatto per la danza»

Alla Gazzetta: «Messi ha seguito le orme di Diego. Non è divisivo come altri, è un talento che unisce. Non lo si sente così distante come Ronaldo».

Bolle: «Maradona ha cambiato la percezione del calcio, come Nureyev ha fatto per la danza»
Argentinian national soccer team captain and midfielder Diego Maradona cries after his team lost to West Germany 1-0 on a penalty kick by defender Andreas Brehme in the World Cup final, 08 July 1990 in Rome. It is Germany's third World title (1954, 1974 and 1990). AFP PHOTO (Photo by STAFF / AFP)

La Gazzetta dello Sport intervista Roberto Bolle. Il primo gennaio tornerà su Rai 1 con lo spettacolo «Danza con me». Parla del Mondiale in Qatar, accompagnato da tante polemiche.

«Ed è giusto che ci siano state, ma visto il successo del torneo spero si possa innestare un processo su diritti del lavoro e diritti umani. In Qatar non sono partiti col piede giusto ma possono migliorare».

Bolle racconta di aver visto alcune partite ma di essere rimasto soprattutto impressionato dalla finale.

«La finale è stata bellissima. Ho trovato un livello molto alto. Avere gli atleti a metà stagione è stato un vantaggio per lo spettacolo. Non per i club, ma per lo spettacolo certamente».

Messi è un grande divo?

«E’ un talento che unisce. E’ bello l’affetto, l’ammirazione che sa raccogliere. Non è divisivo come altri. Ha dietro di sé il suo popolo e il mondo. Quasi tutti tifavano per lui. Non lo si sente così distante: Ronaldo è un supereroe e te lo fa percepire. Magari Messi si sente un supereroe ma non te lo fa sentire».

Messi è Nureyev? Bolle risponde:

«Nureyev lo vedo più come Maradona. Messi ha seguito le sue orme. Diego ha cambiato la percezione del calcio, come Nureyev ha fatto per la danza rivoluzionandola».

Bolle invece è come Federer?

«Difficile dirlo. Federer mi piace molto. Ho avuto sempre grande ammirazione per la sua classe, la sua eleganza, dote forse non indispensabile per il tennis, ma che stile».

Parlando di miti, lei rifarebbe San Siro?

«Non conosco esattamente i pro e i contro, ma non sarei così legato al vecchio stadio. Vedrei più di buon occhio la possibilità di un impianto che guardi al futuro, se il passato ha costi enormi. Abbiamo talmente tanti simboli e
monumenti che forse San Siro si può sacrificare, anche se lo chiamano la Scala del calcio».

Bolle è tifoso della Juve, alle prese con i guai giudiziari.

«Una situazione drammatica, ma si può solo aspettare. Speriamo di ritrovare una stabilità nel management. Gli sconvolgimenti societari non lasciano indifferenti i giocatori».

Del Piero potrebbe essere utile alla rinascita?

«Appartiene alla schiera dei fuoriclasse e sicuramente potrebbe dare una mano alla squadra».

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