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Pirlo: «Ho scelto la Turchia sperando di avere il tempo per lavorare che in Italia non ti danno»

A L’Equipe: «Alla Juve ho fatto un buon lavoro. Il calcio è lo stesso in tutto il mondo: quando ami quello che fai puoi andare ad allenare ovunque».

Pirlo: «Ho scelto la Turchia sperando di avere il tempo per lavorare che in Italia non ti danno»
Torino 09/05/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Milan / foto Image Sport nella foto: Andrea Pirlo

L’Equipe intervista Andrea Pirlo. Un anno alla Juventus, nel 2021, poi l’esonero e la partenza, dopo qualche mese a riposo, per il Fatih Karagümrük, un anonimo club turco.

«Quando ti chiedono di allenare la Juve è difficile dire di no. Su 100 persone credo che 99 avrebbero fatto la mia stessa scelta. È stata un’esperienza molto bella, formativa sotto diversi aspetti, che ha solo rafforzato il mio desiderio di allenare. Ed è stato facile per me dire sì al Fatih Karagümrük, perché sentivo l’ambizione di andare avanti».

L’Equipe descrive Pirlo come un uomo calmo, con scarpe di camoscio ai piedi e sigaretta elettronica in bocca. Sorridente, forse un po’ per l’imbarazzo di non essere abituato a conversare, disponibile ai selfie con i tifosi incontrati per strada, amante dell’arte e della storia, una persona curiosa di tutto. L’allenatore racconta:

«Volevo davvero arricchirmi con un’esperienza all’estero, scoprire nuove sensazioni e confrontarmi con un campionato che non conoscevo».

Pirlo aggiunge che la speranza era che in Turchia gli sarebbe stato dato il tempo perché il suo calcio desse i frutti, quel tempo «che in Italia non ti danno» e che gli è mancato alla Juve, dove è convinto di «aver fatto un buon lavoro con i due trofei vinti e la qualificazione alla Champions League».

La sua è stata una scommessa, perché la Turchia non è famosa per la durata dei suoi allenatori, spiega L’Equipe. E infatti, dopo la sconfitta contro il Fenerbahce, il 9 ottobre, si è vociferato di un possibile licenziamento. Poi la situazione è migliorata.

Il presidente del Fatih Karagümrük, Süleyman Hurma, ha reclutato Pirlo per “pubblicizzare” il suo club, promosso alla Süper Lig nel 2020, dopo trentasei anni di attesa. Ma questo non preoccupa il tecnico, che assicura di essersi «sempre sentito sostenuto dal club».

Dal canto suo, Hurma dichiara:

«Andrea è una persona intelligente. Vedo come lavora, credo nella sua filosofia e sono convinto che riuscirà ad adattarsi alla Süper Lig, che è un campionato difficile da capire, molto diverso dal calcio che si può praticare in Europa. Ma non voglio che rinunci ai suoi principi tattici per tutto questo… Se vinciamo o perdiamo, voglio vedere la mia squadra fare la partita. Non contano solo i risultati».

Hurma non fa mistero di aver reclutato Pirlo per “pubblicizzare” il suo club.

«Questa è un’opportunità per noi ma anche per lui. Se le cose vanno bene, sarà una win-win».

Pirlo, continua il quotidiano francese, “non ha mai rinunciato alle idee sviluppate nella sua tesi di laurea. Quelle di un calcio totale con il gioco come filo conduttore e il controllo della palla come ossessione”. E’ convinto di poter portare a casa risultati.

«Con la forza di volontà, idee e un po’ di fortuna, possiamo ottenere grandi cose».

L’Equipe scrive:

L’idealismo di Pirlo a volte si scontra con la realtà di una squadra senza legami o un luogo di allenamento designato, che vaga da una settimana all’altra dal suo arcaico Vefa Stadium, costruito ai piedi di edifici decrepiti sulle rovine di una cisterna bizantina a cielo aperto nel vecchio quartiere operaio di Fatih, alle strutture all’avanguardia della Federazione Turca a Riva, sulle rive del Mar Nero”.

Inoltre, il Fatih “gioca la maggior parte delle sue partite casalinghe con le tribune deserte”. “Pittoresco com’è, con i suoi spogliatoi vocianti e i dolci odori di narghilè che si respirano nell’aria, il Vefa Stadium è indegno di una squadra di prima divisione”.

Anche senza fare una rivoluzione, Pirlo è riuscito a imporre il suo stile di allenamento : sessioni più brevi ma più intense, più lavoro video e maggiore flessibilità rispetto a quella a cui sono abituati i turchi, soprattutto in merito ai giorni di riposo. I giocatori lodano la capacità del tecnico di delegare, la sua umiltà e la sua franchezza. Pirlo dice:

«Ho imparato dai miei allenatori, soprattutto Ancelotti e Conte, che non bisogna mai dire bugie. Che dobbiamo essere il più chiari possibile, non aver mai paura di parlare con i giocatori. Non voglio segreti, nessun non detto».

Pirlo si è impegnato solo per un anno. Non andrà oltre se non lo sente. Hurma dice che è stata una scelta del tecnico e che lui non ha voluto fargli pressione. Precisa anche che Pirlo non ne ha fatto una questione di soldi e che se si sarà trovato bene, nel club, non ci saranno problemi ad estendere il contratto. Pirlo non chiude la porta e non importa che il calcio Italiano non abbia capito la sua scelta “a prezzo scontato”.

«Cerco di non dare troppa importanza a ciò che la gente può pensare. Il calcio è lo stesso in tutto il mondo. Credo che quando ami quello che fai puoi mettere piede ovunque».

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