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“Neanche un simposio di psicologi riuscirebbe a spiegare perché ci si toglie la maglia dopo un gol”

Il CorSport sull’esultanza di Giroud in Milan-Spezia. L’attaccante è stato espulso, salterà la prossima. Peccato: “è grazie a lui che il Milan riesce a inseguire il Napoli”

“Neanche un simposio di psicologi riuscirebbe a spiegare perché ci si toglie la maglia dopo un gol”
Mg Genova 10/09/2022 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Olivier Giroud-Matteo Gabbia

Sul Corriere dello Sport, Xavier Jacobelli stigmatizza l’esultanza di Olivier Giroud durante il match del Milan con lo Spezia, in campionato. Il bomber rossonero si è levato la maglia, dimenticando che era già ammonito. Il risultato è stato il cartellino rosso e lo stop di un turno in Serie A.

Chi gioca a calcio, scrive Jacobelli, sa quanto è irrefrenabile la gioia per un gol segnato. Lo scriveva anche Eduardo Galeano, ma quello di Giroud è stato un gesto incosciente. Un vero peccato, anche perché, se il Milan riesce a stare dietro al Napoli, lo deve proprio alle prodezze del francese.

“In Serie A, è meraviglioso applaudire Monsieur Olivier Giroud, 36 anni, 307 gol in carriera, fra club e Nazionale, 12 trofei in bacheca, campione del mondo in carica con la Francia, più che mai uomo copertina del Milan che, grazie a lui, oggi è il solo inseguitore del Turbo Napoli. Per questo è un vero peccato che, dopo la splendida prodezza volante di cui ha fatto le spese lo Spezia, Giroud si sia tolto la maglia ed essendosi dimenticato di essere già stato ammonito, ha rimediato il secondo cartellino giallo, è stato espulso e verrà squalificato. Probabilmente, nemmeno un simposio di psicologi sarebbe sufficiente per individuare con precisione i reconditi meandri dove si nasconde la molla che scatta in un giocatore, inducendolo a semi-svestirsi dopo aver segnato. Ci sono molti modi per manifestare la
propria esultanza: il campionario è variegato”.

Qualche settimana fa anche il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, se la prese con Osimhen, colpevole dello stesso gesto, che gli fruttò un’ammonizione.

«Domenica era stato detto chi batteva il rigore. Forse Osimhen gli ha chiesto se se la sentiva. Aveva voglia di esserci perché era mancato per tanto tempo. Stamattina gli ho chiesto perché si era levato la maglia e non mi ha saputo rispondere, perché a volte fanno quello che vedono fare. Secondo me da oggi i nostri non lo faranno mai più. Staremo a vedere».

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