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«La mafia comanda nello stadio», El Paìs e i fatti di San Siro

“Boiocchi è il terzo capo ultras ucciso per l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle curve, dopo Diabolik e Bucci”

«La mafia comanda nello stadio», El Paìs e i fatti di San Siro
Db Milano 29/10/2022 - campionato di calcio serie A / Inter-Sampdoria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: curva tifosi Inter

“La mafia comanda nello stadio”. Titola così oggi El Paìs sulla vergognosa serata di sabato a San Siro nel corso di Inter-Sampdoria. “Gruppi ultras italiani sgomberano una tribuna dopo un omicidio”.

Il quotidiano ricostruisce la vicenda per i lettori spagnoli.

Migliaia di spettatori sono stati sfrattati sabato dal Giuseppe Meazza, dove si stava giocando Inter-Sampdoria, da una decina di ultras. Il motivo: uno dei loro leader, legato alla criminalità organizzata, era stato assassinato.

Una decina di ultras hanno iniziato a sgomberare gli spalti, costringendo ad andar via anche famiglie con bambini e tifosi che non avevano nulla a che fare con quel mondo. Nessuno al club ha fatto nulla per fermarli. Anche la polizia, per evitare problemi  maggiori, non ha bloccato l’uscita. C’erano violenza, volti scioccati e urli. E gli addetti dello stadio sono rimasti a guardare.

A proposito dell’uccisione di Vittorio Boiocchi, pluripregiudicato con 26 anni di carcere, El Paìs ricorda che

si tratta del terzo omicidio negli ultimi cinque anni che evidenzia l’infiltrazione della criminalità organizzata negli angoli degli stadi.

Boiocchi si unisce a Fabrizio Piscitelli, fondatore degli Irriducibili del Lazio e noto come Diabolik, assassinato in un parco a Roma nell’agosto 2020. Piscitelli era cresciuto sotto la copertura della Camorra e si era fatto strada come trafficante di droga con l’aiuto dei clan albanesi. Fino a quando qualcuno, come probabilmente nel caso di Boiocchi, ha detto basta.

E poi cita il sostenitore della Juventus Raffaello Bucci trovato morto sotto il cosiddetto ponte dei suicidi a Torino nel 2017. Quando lo hanno trovato, la sua auto era ancora con le chiavi accese e il motore acceso sul viadotto alto 43 metri che porta a Cuneo. (…) Per mesi era diventato un informatore dei servizi segreti italiani, reclutato per fornire dati sulla penetrazione della criminalità organizzata. Soprattutto dalla mafia calabrese, contro la quale aveva testimoniato in un recente processo, nel gruppo della Droga. “Sono morto” ha ripetuto negli ultimi mesi, secondo le intercettazioni.

Boiocchi – scrive El Paìs – è un criminale con legami crescenti con la ‘Ndrangheta e Cosa Nostra, sempre più interessato al business degli ultras italiani: soprattutto quello della droga. La polizia sta ora cercando di ricostruire il suo omicidio per trovare chi ha sparato e chi l’ha ordinato, ma è chiaro che si tratta di un regolamento di conti. 

El Paìs ripercorre la carriera criminale di Boiocchi, la frase ripresa dal Corsera: “È possibile che controlliamo  una curva e mangiamo così poco?”.

Viene poi citato il ministro dello Sport Andrea Abodi che su Twitter aveva risposto a utenti indignati per l’accaduto.

«La mafia comanda nello stadio»

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