Dal Corsera: si lamentava degli affari. Aveva iniziato a taglieggiare parcheggiatori e paninari: «Lavorano grazie a noi. Faccio 80 mila euro al mese tra parcheggi e altre cose».
Il capo ultrà Inter ucciso si lamentava degli affari. «Abbiamo in mano una curva e mangiamo così poco?». Giovanni Boiocchi, racconta il Corriere della Sera,
Era entrato in carcere sul finire degli anni Novanta. È uscito nel 2018. Nel frattempo il mondo della mala milanese è cambiato, s’è fatto più «mafioso», meno violento e più «raffinato» e imprenditoriale. Lui però una volta uscito non sembrava non essersi adattato ai tempi cambiati.
Violenta la sua ascesa in curva:
Anche la sua ascesa in curva era stata violenta con il pestaggio allo storico capo ultrà Franchino Caravita. E la sua gestione della Nord aveva ormai portato a una frattura insanabile. Tanto che il direttivo, da lui stesso nominato, è diviso in due: i vecchi (Nino Ciccarelli e Renato Bosetti) con «lo Zio», come era soprannominato, e i giovani contrari ai suoi metodi da padrino: poco stadio tanto business.
Dicono che chiedesse soldi di continuo, che si lamentasse per gli affari troppo magri dello stadio: «Possibile che abbiamo in mano una curva e mangiamo così poco?». Per questo pare aveva iniziato a taglieggiare parcheggiatori e paninari: «Loro lavorano grazie a noi». Una circostanza confermata da un’intercettazione captata dalla polizia durante le indagini: «Faccio 80 mila euro al mese tra parcheggi e altre cose, 10 mila euro a partita».
Roba da mafiosi, controllo di affari e territorio. Che molti in curva non avevano condiviso, anche se Boiocchi restava capo temuto e rispettato. Ieri la Nord gli ha dedicato solo poche righe sui social. «In questi interminabili attimi di buio e dolore è solo tempo di silenzio».