Al CorSport: «Il Napoli ha la precisione del primo orologio inventato in Svizzera. Spalletti porta in campo dinamiche moderne da trent’anni»
Il Corriere dello Sport intervista Walter Sabatini. Tanti i temi trattati, a partire da Roma-Napoli, in programma domenica allo stadio Olimpico. Sabatini parla del Napoli.
«Una squadra europea da considerare tra le più forti. Il cocktail tra ciò che ha fatto quell’allenatore stellare che si chiama Spalletti e quello che ha saputo fare una società coraggiosa come poche».
Sabatini conosce bene il tecnico del Napoli.
«Gli posso dire di tutto. Io mentre mi gusto il Napoli me ne sto in religioso silenzio. Fateci caso: si esprimono come se fossero in ipnosi, indotta dal proprio allenatore che ne decuplica il rendimento. Mario Rui, che presi alla Roma e che purtroppo si fece male subito, è divenuto il riferimento per ferocia, determinazione, eleganza nel crossare e personalità. Tutto ciò, tutto questo spettacolo che ci viene regalato, l’ha generato quel pazzo furioso che sta in panchina».
Spalletti spesso è stato sottovalutato.
«Si deve dire. Perché Luciano è nato bravo, anzi bravissimo. Le sue conoscenze didattiche sono impressionanti. Può aggiungere poco, quasi nulla: il Napoli ha la precisione del primo orologio inventato in Svizzera. Ogni giocata è un movimento, con e senza palla, dinamiche moderne da trent’anni, da quando sta in panchina. Lui cambiò la Roma, lui ha portato l’Inter dove volevano, in Champions».
Su Mourinho:
«Ecco un altro che fa dipendere il proprio club da se stesso. Perché non so cosa sarebbe la Roma senza Mou. Ha un calcio diverso, chiamiamolo freddo, cinico, tutti quegli aggettivi che mi fanno anche un po’ schifo perché sanno di niente, ma è quarto, e dunque è da scudetto: chi arriva là, se la gioca fino alla fine. E gli mancano Dybala e Wijnaldum, che recupererà. Ha il vegano, Smalling, che è irrinunciabile, va a strozzare le linee, ad aggredire il probabile rifinitore, a stracciare gli avversari e poi, se gli capita, fa pure gol. C’è il segno di Mou pure in questo».
Sabatini confessa di avere un debole per Kvara e di invidiare Giuntoli, che lo ha scovato portandolo al Napoli.
«Non ho mai conosciuto l’invidia, tranne ora che ho scoperto questo ragazzo. Giuntoli è stato un fenomeno, da applausi, perché questa è un’opera d’arte. La gestione del mercato è una lezione per tutti, vanno fatti i complimenti anche ad Adl: hanno rivoluzionato, si sono liberati – mi verrebbe da dire con poca eleganza facendo pulizia – di un gruppo che ormai aveva dato tutto ed hanno pure tagliato i costi e fatto lievitare il tasso tecnico. Poi hanno affidato tutto a quel gran genio di Luciano e via».
Sul paragone tra Kvara e Leao, che ultimamente va tanto di moda:
«Leao ti fa a pezzi, porca miseria. Ma il georgiano è cattivo, determinante, di impatto. Io voto per Kvara. Mi dica Cristiano come ha fatto a pescarlo? Come?».
Sabatini parla anche dell’allenatore della Lazio, Maurizio Sarri.
«La Lazio ha Sarri, al quale ho già detto al telefono di curarsi la polmonite. L’ho ripetuto anche a Juric, perché so cosa vuol dire dover fronteggiare un guaio del genere. Ma Sarri è matto, nel senso buono, e poi ha calcio in testa. Mentre i tifosi si stanno dilaniando per l’infortunio di Immobile, e li capisco, lui starà studiando».
Si inventerà un nuovo Mertens, come ha fatto a Napoli.
«E ti pare che uno del genere possa lasciarsi impressionare da un accidente del genere? A Napoli perse Milik, non ne aveva altri, era nel pieno della stagione, se ne era andato il Pipita da poco. Ora non so cosa gli passi per il cervello, ma mi aspetto un colpo di teatro. Maurizio è fighissimo, io gli dico che è suonato, ma si applica e ti fa divertire. Facci caso, vengono tutti da lì, Granducato di Toscana».