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La Lazio di Sarri si sgonfia sul più bello, prende tre gol dalla Salernitana

Osannata sui giornali per il gioco spumeggiante e la difesa ritrovata. Colpa del terreno? Dell’Europa League? Milinkovic, ammonito, salta il derby

La Lazio di Sarri si sgonfia sul più bello, prende tre gol dalla Salernitana
As Roma 22/10/2022 - campionato di calcio serie A / Lazio-Salernitana / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Sergej Milinkovic-Savic

Sul più bello la Lazio di Sarri si sgonfia. La vittoria in casa dell’Atalanta aveva proiettato la squadra del tecnico toscano ai piani alti della Serie A. La Lazio aveva vinto cinque delle ultime sei partite. Paginate e paginate sul Comandante ritrovato, il grande gioco del calcio, e tutto il repertorio di luoghi comuni di cui è ghiotto il giornalismo sportivo nazionale. Si sono sprecati addirittura paragoni con Tommaso Maestrelli che della Lazio ha fatto la storia.

Poi succede che i biancocelesti affrontano in casa la Salernitana di Nicola. Vanno anche in vantaggio con Zaccagni. E sono in testa all’intervallo. nella ripresa, però, succede di tutto. Crolla l’osannata difesa sarrita. Prima subiscono un gol da polli, lasciando un corridoio sul centro-destra per Candreva che riceve da Mazzocchi, entra in area e supera Provedel con un delizioso pallonetto.

Poi ci pensa l’ex romanista Fazio a immaginare che sia un derby e a segnare su azione da calcio d’angolo. Infine la terza rete di Boulaye Dia in scivolata su bel cross da sinistra di Bradaric. La Salernitana nella storia non aveva mai vinto all’Olimpico, né contro la Roma né contro la Lazio. A completare la serataccia l’ammonizione a Milinkovic Savic che salterà il derby.

Non sappiamo se anche stavolta Sarri si scaglierà contro il terreno dell’Olimpico, oppure se la prenderà con l’Europa League. Oppure – sarebbe la prova di un reale cambiamento – definirà sacrosanta la sconfitta.

Non tutto è da buttare, la Lazio ha chiuso col 61% di possesso palla.

La Gazzetta aveva scritto:

“La Roma laziale ha un nuovo profeta. Maurizio Sarri ha conquistato proprio tutti nel mondo biancoceleste. Piace il suo calcio, bello e produttivo, piace il suo modo di approcciarsi alle cose e alla gente. Piace, anche, il suo essere diretto, al limite dello scontroso. Piace infine (e soprattutto) il regalo che sta dando ai tifosi laziali: quello di tornare a sognare traguardi ambiziosi”.

Anche con Inzaghi la Lazio si era ritrovata ai piani alti della classifica, ma il calcio di Sarri, così come la sua Lazio, assomigliano più a quella di Maestrelli, che vinse il primo scudetto biancoceleste, negli anni 70.

«Piace ai laziali perché è spontaneo, perché ha un modo di fare che i tifosi biancocelesti sentono loro e perché sa
toccare le corde giuste. Da questo punto di vista è proprio l’allenatore ideale per la Lazio, così come Mourinho lo è per la Roma, mentre a mio parere i due tecnici non funzionerebbero se si scambiassero le panchine. Lui e mio padre si assomigliano per il tipo di calcio fatto praticare alle loro squadre, ma anche per i caratteri. È vero, all’esterno mio padre appariva più tranquillo rispetto a Sarri che spesso è invece polemico. Ma dentro sono molto simili».

 

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