ilNapolista

Bagni: «Se Spalletti dovesse vincere, sarebbe un’impresa più grande della nostra»

A Tuttosport: «Kvara è il Maradona di questo Napoli. Tutti pensano sia positivo che 17/18 atleti non giochino il Mondiale, ma stare fermi 50 giorni non è così semplice…»

Bagni: «Se Spalletti dovesse vincere, sarebbe un’impresa più grande della nostra»
Db Milano 06/06/2011 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Salvatore Bagni

Nemmeno lui era troppo convinto di questa rivoluzione estiva voluta da De Laurentiis, e invece Salvatore Bagni è costretto al mea culpa. Lo recita in una lunga intervista concessa a Tuttosport.

«I complimenti? Se li meritano completamente. (…) Ora è troppo facile dirlo, tutti hanno cambiato idea vedendo un Napoli del genere. La parte più difficile quando si riparte, sono i primi mesi. Ma già ora i giovani ragazzi di Spalletti non hanno paura di sbagliare, mentre l’anno scorso il Maradona era quasi stato un peso e forse un vantaggio per gli avversari. Oggi ci sono entusiasmo, attenzione, determinazione, organizzazione e qualità».

Kvara.

«Io l’avevo visto per la prima volta quando giocava in Under 17, ma di anni ne aveva a malapena 16. È un ragazzo di personalità e appunto qualità. Magari esagera qualche volta con i dribbling, ma quella è la sua forza. Ci sono pochi giocatori come lui, che possono saltarti all’interno e all’esterno e tirare di destro o sinistro. Se è il Maradona di questo Napoli? Se rimaniamo a questo Napoli, dico di sì. In generale sono convinto che tutti noi passeremo, ma l’unico che resterà per sempre è proprio Diego».

Gli altri acquisti.

«Kim? Avevo parlato col suo procuratore due anni fa per proporlo in Inghilterra. Nessuno però puntò su di lui. Forse perché era arrivato “tardi” in Cina e prima aveva giocato solo in Corea del Sud. L’affare l’ha fatto il Fenerbahce che lo ha pagato tre milioni, rivendendolo poco dopo a venti. La sua forza migliore è l’uno contro uno, dove è imbattibile. Gli mancava forse l’attenzione nell’area, ma oggi è una sicurezza. Raspadori è un altro colpo spettacolare. Magari si poteva pensare che non servisse, dato che via Petagna, ecco il Cholito e sei a posto. In realtà l’arrivo dell’ex Sassuolo è stato un toccasana»

Sul Napoli di Bagni… e Maradona.

«Se la squadra di Spalletti dovesse vincere, sarebbe un’impresa più grande della nostra. Nessuno di tutte le miliardi di persone sulla terra, prima dell’inizio del campionato, avrebbe puntato sui campani. Io oggi ci credo tantissimo. Noi capimmo di poter conquistare lo scudetto il 9 novembre dell’86, dopo un 3-1 esterno contro la Juventus. Credo che i ragazzi di oggi abbiano già capito di poter lottare sino in fondo per il tricolore. Paragonerei l’eventuale successo del Napoli a quello del Nottingham Forest, quando venne promosso dalla seconda divisione inglese e vinse poi la Premier. E pensare che quella squadra trionfò anche in Europa…».

Ma il Napoli può puntare anche alla Champions?

«Io mi accontenterei del campionato (ride, ndr). Il City sinceramente è devastante con Haaland. Ma chi lo sa. Gli azzurri hanno già dimostrato di potersela giocare eccome su tutti i campi. Una volta agli ottavi, vedremo».

Il ritiro in Italia senza la tournée in giro per il mondo può essere stato un vantaggio determinante?

«Una linea societaria che mi trova d’accordo. Capisco il business, ma per allestire la squadra la soluzione migliore è sempre quella di una preparazione di venti giorni mirata, senza girare troppo o pensare ad altri tipi di questioni».

Ci sarà il Mondiale di mezzo.

«Ci saranno due campionati. E non so se sia un bene che tanti calciatori del Napoli non disputino il torneo in Qatar. Stare fermi 50 giorni non è così semplice. Tutti pensano sia positivo che 17/18 atleti non giochino la competizione, ma io ribalto il concetto: stacchi per un’infinità. E la prima partita del 2023 sarà contro l’Inter. In ogni stagione ci sono degli incroci che fanno la differenza».

ilnapolista © riproduzione riservata