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Sainz: «Mi criticano se sto dietro, poi mi criticano se non lascio vincere Leclerc… così è frustrante»

L’intervista a Diario As: “Una parte della gente che segue la Ferrari non vuole che ci siano due piloti forti, eppure quello è il nostro punto di forza”

Sainz: «Mi criticano se sto dietro, poi mi criticano se non lascio vincere Leclerc… così è frustrante»
Budapest (Ungheria) 31/07/2022 - gara F1 / foto Scuderia Ferrari Press Office/Image Sport nella foto: Carlos Sainz-Charles Leclerc

Carlos Sainz ci ha messo quasi un intero Mondiale ad adattarsi. A fare i conti con una macchina velocissima che però, in qualche modo, lo respingeva, con il dominio della Red Bull e soprattutto con le resistenze interne all’ambiente Ferrari.

“Frustrante” è il termine che usa di più nella lunga intervista che concede a Diario As prima del Gp di Singapore. Frustrante perché fatica farsi accettare. Lui che non accetta un ruolo di secondo piano.

“Non posso essere felice, è stata una stagione con troppi alti e bassi. Posso capire che dopo le prime gare, Charles Leclerc fosse chiaramente un passo avanti sia in qualifica che nel passo gara. Ma a metà stagione sono migliorato molto. Sì, ho iniziato a entrare di più nella lotta ed è stato un po’ frustrante in un certo senso, perché quando sono entrato nella lotta sembrava che alcune persone non mi volessero lì. Sono stato criticato per non essere stato lì, e quando ho iniziato a esserci, alcuni si sono chiesti cosa stessi facendo davanti, lasciando che Charles vincesse tutto. È stato frustrante, soprattutto da parte della stampa. Mi criticano, ma proprio quando ero lì, a combattere, non mi vogliono più davanti”.

Avere due piloti forti è una virtù

Sainz insomma non si sente e non vuole essere la seconda guida Ferrari:

“Anche Mattia Binotto e la squadra riconoscono che è una virtù avere due piloti forti, che è uno dei nostri punti di forza. Ma è chiaro che c’era una parte delle persone che seguono la Ferrari che non voleva, o non vuole che ci fossero due piloti allo stesso livello“.

“Mi frustra perché proprio l’anno che ho dovuto soffrire di più è l’anno in cui ho una macchina competitiva, in quelle prime gare puoi immaginare che sia stato molto difficile da accettare psicologicamente. Non potevo spiegarmelo. Se non ho mai avuto problemi di adattamento e sono sempre stato veloce, perché ho problemi quando ho solo una macchina veloce che mi permette di lottare per la vittoria? Ero molto frustrato, ero preoccupato e ci ho lavorato molto. Anche così, non ho perso la testa e sono stato in grado di risolverlo”.

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