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Altobelli: «Dopo il Mondiale ci trattarono da evasori per 100 milioni di lire. C’è sempre invidia dei successi altrui»

Alla Verità: «Gli agenti vennero a bussarci a casa quasi vergognandosi. Ci dissero: “Scusate, ma dobbiamo farlo”. Solo il ricorso ci diede ragione»

Altobelli: «Dopo il Mondiale ci trattarono da evasori per 100 milioni di lire. C’è sempre invidia dei successi altrui»

La Verità intervista Spillo Altobelli. Nella finalissima del Mondiale di Spagna dell’11 luglio 1982 tra Italia e Germania
Ovest segnò il goal del 3-0, dopo quelli di Rossi e Tardelli. Eppure aveva iniziato il Mondiale in panchina. Era entrato in campo per 20 minuti in Italia-Polonia e per 10 in Italia-Argentina. Ma in Italia-Germania Ovest ci fu bisogno di lui già al settimo minuto per un infortunio di Ciccio Graziani. Ricorda i festeggiamenti dopo la vittoria.

«Dopo il fischio finale dell’arbitro, gli abbracci e le strette di mano, abbiamo subito ringraziato Bearzot perché grazie a lui e al suo staff vincemmo quel mondiale: 7 partite, ma all’inizio giocammo piano, furono 3 pareggi, conservammo le energie per le altre 4. Il maestro di quella vittoria fu Bearzot. Negli spogliatoi entrarono i dirigenti della Federazione, lo staff di Pertini e anche quei giornalisti che ci avevano criticato e coperto d’insulti. Qualcuno fu anche cacciato. Brindammo. Sempre, nelle finali, ci sono le bottiglie negli spogliatoi. Se si vince si stappano, se si perde no».

All’epoca c’era ancora la lira. Ricorda a quanto ammontò il premio per quella vittoria?

«Non ricordo esattamente, ma, comprese tutte le partite, credo sia stato di 100 milioni di lire. A dirlo ora viene quasi da ridere: 50.000 euro. Poi, però, dovemmo affrontare un’esperienza sgradevole. Un giorno ai campanelli delle abitazioni di ciascuno di noi suonarono non ricordo se carabinieri o guardia di finanza. Ci accusavano di essere evasori. Poi abbiamo fatto ricorso e ci hanno dato ragione. Gli agenti quasi si vergognarono di quella notifica, dicendoci: “Scusate, ma dobbiamo farlo”. Io credo che ciò sia accaduto per la ripicca e l’invidia di qualche personaggio importante che non aveva digerito la nostra vittoria».

Poteva accadere che venisse a galla, tra voi azzurri, qualche rivalità di club?

«No, in quel momento non si guardava al colore delle maglie. Ciò poteva accadere nel corso di qualche partita di qualificazione ai Mondiali, dopo una domenica di campionato. Ma se due giocatori avevano litigato, ci pensava Bearzot a rimettere a posto le cose, dicendo: “Ooh Gentile, cazzo, che calcio gli hai dato”. Bearzot era un genio. E non è che puoi tenere il muso a un tuo compagno in Nazionale se hai litigato in campionato».

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