Alla Gazzetta: «Bisogna rimettere la tecnica al centro delle scuole calcio. In Italia il ritmo è basso, dobbiamo accettare errori tattici pur di andare più veloci»
Gianfranco Zola intervistato dalla Gazzetta dello sport, parla della sfida a tre per lo scudetto. Le ultime due domande sono dedicate alla crisi del calcio italiano.
Quanto manca a queste tre squadre e alla Juve per arrivare al livello dei top club europei?
«Sulla qualità del gioco le nostre squadre sono cresciute, ma in Premier e in altri campionati il ritmo è diverso: molto più alto. Dobbiamo crescere sotto questo aspetto accettando di commettere errori tattici pur di andare più veloci. Ovviamente mi dispiace non vedere club italiani nei quarti di Champions, però bisogna analizzare le cose con lucidità. Le società di Premier hanno un budget più elevato, Real e Bayern sono potenze sempre competitive. Avendo meno risorse, in Italia dobbiamo affidarci alle idee e sfruttare l’intelligenza per ridurre il gap e far crescere la qualità individuale».
Ma perché in Italia non nascono più i Baggio, i Zola, i Mancini?
«Io ero cresciuto giocando per strada, altri in oratorio. Era più difficile e più istruttivo. Adesso bisogna rimettere la tecnica al centro del progetto nelle Academy e nelle scuole calcio».