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Orsato: «Da piccolo sognavo di fare l’elettricista. Sono l’arbitro più vecchio del mondo»

Al Corriere Veneto: «Quando mi hanno scelto per la finale di Champions ho pianto. L’amicizia con Rocchi è stata importante, mi ha spinto a tener duro»

Orsato: «Da piccolo sognavo di fare l’elettricista. Sono l’arbitro più vecchio del mondo»
Db Torino 17/10/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Daniele Orsato

L’arbitro Daniele Orsato ha rilasciato un’intervista al Corriere Veneto.

«In campo sono serio e addirittura burbero, nella vita di tutti i giorni sono diverso, molto più tranquillo e allegro. E’ il ruolo che rivesto per 90 minuti che mi porta ad essere rigoroso e a volte anche duro».

Da bambino, racconta, sognava di fare altro:

«Da ragazzino avevo la curiosità di sapere perché si accendeva la luce e il mio obiettivo era di diventare elettricista. Ho studiato al centro di formazione professionale di Trissino e poi ho trovato lavoro. Il primo giorno indossai la tuta blu e in mano avevo la cassetta degli attrezzi, uscii di casa e aspettai lungo la strada i colleghi che mi dovevano passare a prendere. Su quella strada, mentre aspettavo, pensai che il mio sogno lo avevo raggiunto».

Poi, un giorno, l’illuminazione: decise di voler andare ad arbitrare in Serie A e così si iscrisse alla sezione arbitrale di Schio.

Ricorda quando lo scelsero per la Champions.

«Mi stavo allenando a Recoaro quando mi arriva una videochiamata da Rossetti, designatore Uefa. Mi fa una domanda: Sei pronto per fare un’altra partita? Ma in quel periodo l’unica partita da giocare era la finale di Coppa tra Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Sono tornato a casa, mi sono seduto sul letto e ho pianto. Quando i miei figli mi hanno visto con le lacrime hanno capito subito che mi era stata assegnata la finale e ci siamo abbracciati. Devo dire che la notizia della designazione è stata un’emozione ancora più grande dell’arbitraggio».

Poi gli Europei:

«Agli Europei ho arbitrato tre gare: Inghilterra-Croazia, Spagna-Polonia e Ucraina-Svezia poi sono tornato a casa perché la nostra nazionale è andata avanti e sono felice sia andata cosi. L’Europeo è stata una esperienza bellissima».

Ora c’è il Mondiale.

«Sto proseguendo la preparazione per la selezione di fine maggio. Diciamo che il mio obiettivo era di fare gli Europei e l’ho centrato e mi considero davvero soddisfatto. Oggi ho 46 anni e sono l’arbitro più vecchio al mondo anche se per risultanze tecniche e test atletici non ho problemi. Aggiungo che l’amicizia che mi lega al nuovo designatore , Gianluca Rocchi, è stata importante perché dopo la finale di Champions League e le direzioni agli Europei potevo avere una caduta di stimoli ma lui mi ha spinto a tener duro e a pensare al campo perché è da qui che arrivano sempre grandi soddisfazioni».

Continua:

«Sono molto tranquillo rispetto a quando aspettavo di sapere se sarei andato all’Europeo perché per me quello poteva essere l’ultimo grande palcoscenico prima di chiudere l’attività. Compirò 47 anni il 23 novembre proprio nei giorni del Mondiale e in questa fase mi trovo a competere con tanti arbitri forti e giovani».

Parla della Nazionale italiana. Definisce Mancini «l’allenatore più forte che abbiamo e non si deve mettere in discussione» e racconta i festeggiamenti per la vittoria del Mondiale.

«Quando l’Italia ha vinto l’Europeo ho festeggiato come un matto nel mio paese, Recoaro. Ricordo che nella sala parrocchiale in occasione della finale avevo installato uno schermo gigante per far seguire la partita agli abitanti della mia frazione. Eravamo circa 200 persone attrezzati con panini e hamburger, volevamo goderci quei momenti magici».

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