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Il miracolo Transfermarkt, il mercato fatto dal popolo è diventato una prova in tribunale

Un esercito di volontari partecipa alla valutazione dei calciatori, la Procura Figc lo usa per il processo plusvalenze e ora i club ne contestano l’oggettività

Il miracolo Transfermarkt, il mercato fatto dal popolo è diventato una prova in tribunale

Nemmeno il tempo di sogghignare per il Presidente del Toronto che sceglie Insigne pescandolo su Transfermarkt, (“non sapevo chi fosse…”) che ci ritroviamo ad assistere ad un marziano processo sportivo nel quale la Procura della Figc ammette di aver calcolato il “reale” valore dei giocatori usati dai club di Serie A per fare plusvalenze “fittizie” proprio basandosi sui parametri del sito. Juve, Napoli, e le altre società coinvolte hanno già la difesa precotta: in funzione di cosa le stime di Transfermarkt rappresentano un bechmark oggettivo, tanto da farne giurisprudenza? Per dirne una: Cristiano Ronaldo li aveva bloccati sui social, perché offeso dalla sua valutazione, secondo lui troppo bassa: appena 35 milioni di euro.

D’altra parte – è bene ricordare di cosa parliamo – la Procura ha valutato “ammissibile” la valutazione di Pjanic di 60 milioni di euro. E’ chiaro che, così, vale tutto.

“Cercare di attribuire un valore specifico a un singolo giocatore di calcio è come catturare la bellezza di un’alba”, ha scritto Rory Smith sul New York Times in un articolo che qualche tempo fa provava a spiegare il fenomeno Transfermarkt. Un sito che – volente o nolente – è diventato parte integrante di un meccanismo che a sua volta condiziona studiandolo: il calciomercato. Adesso, anche, la giustizia sportiva italiana.

I “valori di mercato” di Transfermarkt si basano sul lavoro di migliaia di volontari, vagliato dagli 80 membri dello staff del sito. Un’ipotesi di crowdsourcing riassunta in una valutazione, la definisce il Nyt: “da unico puntino di luce nella grande costellazione digitale del calcio è diventato una stella polare: il che lo ha trasformato, inesorabilmente, da un sito progettato per raccontare la scena del mercato in continua evoluzione dello sport in uno che, ora, lo definisce”.

Un’indagine del sito web olandese Follow the Money ha scoperto che diversi team in Europa li hanno utilizzati nei loro documenti finanziari ufficiali o nei prospetti inviati ai potenziali investitori. Hanno persino costituito la base per procedimenti legali. E infatti ora ci ritroviamo gli stessi club che provano a smontare questo castello di principio.

Transfermarkt è stato creato Matthias Seidel, un dirigente pubblicitario tifosissimo del Werder Brema. Il quale trasferitosi ad Amburgo per lavoro non riusciva a trovare sufficienti notizie sulla sua squadra del cuore. Internet era ancora agli albori. E quindi ha deciso di fare da sé. Ha creato il sito, inizialmente progettato per tenere traccia dei giocatori del Werder, inserendo i nomi su un foglio di calcolo, e aggiungendo tutti i dettagli che riusciva a trovare. Il segreto è stato allargare il lavoro ad una “community” che poteva correggere i dati indipendentemente da lui, aggiornandoli.

Di espansione in espansione Transfermarkt è diventato “una pietra miliare dell’era digitale del calcio”. Più di un decennio dopo, ha siti che servono 22 paesi. Ha recentemente aperto domini in Argentina, Malesia e Messico. Uno staff di 80 persone, e un team di giornalisti. Gli “scout di dati”, i volontari che forniscono informazioni al sito, sono centinaia.

Funziona così: due volte all’anno – una prima di ciascuna finestra di trasferimento del calcio europeo, a gennaio e in piena estate – lo staff e i volontari di Transfermarkt iniziano il meticoloso processo di rivalutazione del valore di trasferimento di ciascuno degli 800.000 giocatori nel database del sito. Gli utenti discutono il valore di un giocatore, suggerendo che dovrebbe salire o scendere, in base a una varietà di fattori: una serie di buone prestazioni, un infortunio, un giocatore simile che si sta muovendo per una commissione più alta o più bassa del previsto e quindi sposta il mercato. Tutto poi viene soppesato e verificato dai vari responsabili di zona.

Il punto è che “il valore di un giocatore su Transfermarkt non è visto nello sport come una stima, ma, di fatto, come il prezzo del cartellino: il punto di partenza per le trattative, un’ancora digitale per una commissione reale”. E ora come una prova in tribunale.

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