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Agghiacciante la rimonta di Conte col Tottenham, sarà antipatico ma acchiappa sempre il topo

Ha preso la squadra al nono posto, ora è quarto, in zona Champions. E insopportabile, piagnone, maniacale. Ma è bravo, terribilmente bravo

Agghiacciante la rimonta di Conte col Tottenham, sarà antipatico ma acchiappa sempre il topo
2022 archivio Image Sport / Calcio / Tottenham / Antonio Conte / foto Imago/Image Sport

Antonio Conte sarebbe stato l’allenatore preferito di Deng Xiao Ping la cui massima era: “non importa che il gatto sia bianco o nero, l’importante è che acchiappi il topo”. Ecco, Antonio Conte il topo lo acchiappa sempre. Diciamo quasi sempre, per non scontentare quegli juventini (non tantissimi, sono decisamente di più quelli che lo amano) che gli imputano gli scarsi risultati europei.

Da sabato sera il suo Tottenham è ufficialmente in zona Champions League. Quarto, con tre punti di vantaggio sull’Arsenal. Arsenal che ha sì una partita da recuperare (col Chelsea peraltro) ma che ha dilapidato il suo vantaggio con due sconfitte consecutive contro Crystal Palace e Brighton. E nel corpo a corpo sia fisico che mentale tra Arteta e Conte, ci sembra superfluo dire su chi punteremmo il nostro cent.

Un minimo di cronistoria. Antonio Conte viene ingaggiato dal Tottenham dopo dieci giornate di campionato. Subentra al portoghese Espirito Santo. In dieci giornate il Tottenham totalizza 15 punti frutto di cinque vittorie e altrettante sconfitte. Vittorie anche roboanti come quella d’esordio contro il Manchester City; sconfitte altrettanto rumorose, sempre con tre gol subiti, con Arsenal, Chelsea e Manchester United.

Al suo arrivo, il Tottenham è nono in classifica con 15 punti. Davanti ci sono Chelsea (25), Liverpool (22), City e West Ham (20), Arsenal e United (17), Wolves e Brighton (16). Ventuno giornate dopo, il Tottenham è quarto con 57 punti, l’Arsenal è a 54, West Ham e United a 51.

In mezzo c’è Antonio Conte, ci sono il suo lavoro e le sue esagerazioni. I suoi piagnistei, i suoi conflitti con il club, le sue solite esternazioni per il calciomercato, i suoi attacchi alle scarse ambizioni della società (in questo caso il Tottenham che però non è l’Inter e lo costringe a una rapida retromarcia con tanto di scuse). Persino uno stato d’animo che viene presentato come un tormento interiore: «difficile parlare del quarto posto, sono abituato a ben altri traguardi». Il ruolino di marcia del suo Tottenham è di 13 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte. L’ultima sconfitta risale al 12 marzo, a Old Trafford: perse 3-2 punito dalla tripletta di Cristiano Ronaldo che a fine partita ignorò Rangnick ma salutò Antonio. Da allora le vittorie consecutive sono state quattro: Brighton. West Ham, Newcastle, Aston Villa. 14 gol fatti, 2 subiti. E prima del ko contro il Manchester United, ci sono state altre tre vittorie di fila, tra cui quella in casa del City di Guardiola all’ulrtimo minuto.

Ricapitolando, gli Spurs hanno vinto sette delle ultime otto partite. L’inserimento straordinario di Kulusevski che ora in Inghilterra stanno glorificando (il Telegraph lo paragona persino a Foden) dopo una stagione e mezza di anonimato alla Juventus. Il calendario gli è favorevole, ha solo due partite delicate: Liverpool fuori e Arsenal in casa.

Anche in Italia, qualche mese fa, avevano cominciato il revisionismo su di lui. La narrazione calcistica – nessuno escluso, nemmeno noi – viene plasmata sui risultati e allora l’Inter di Inzaghi stava volando mentre Conte era impantanato nelle paludi londinesi. Si cominciò a scrivere che l’Inter giocava meglio con Inzaghi, quasi a voler minimizzare il lavoro dell’ex ct della Nazionale. Che infatti, piccato, replicò dicendo che aveva lavorato per assicurare all’Inter vittorie nel corso del tempo.

La serie storica di Conte, dalla Juventus in poi, ci suggerisce che è arduo catalogarlo tra coloro i quali non sanno fare il loro mestiere. È certamente insopportabile, ha una repulsione fisica per la sconfitta che lo porta a vaneggiare nei post-partita, sarà maniacale nel suo approccio al lavoro, e certamente costa caro. Raramente, però, non raggiunge gli obiettivi e lo stanno scoprendo anche al Tottenham.

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