Nel 68-69, Vanello entrò dopo l’intervallo di Napoli-Verona. Gli bastarono dieci minuti per segnare a Dino Zoff
STORIA DELLE SOSTITUZIONI NEL CALCIO
L’incipit di questo pezzo che sa molto di venerdì liberi tutti nasce da un libro che sto leggendo in questi giorni: “L’anno della coppa” di Stefano Scarpellini, che racconta la cavalcata dell’Atalanta verso la conquista della Coppa Italia del 1963, unico titolo finora del club. In uno dei passaggi del libro si fa riferimento al calcio di quell’epoca, con particolare enfasi al portiere atalantino Pizzaballa (si quello introvabile delle figurine Panini), che aspettò 4 anni prima di diventare titolare, poiché 12esimo uomo in rosa in un momento storico in cui non esistevano le sostituzioni.
Già, le sostituzioni, ma quando sono state introdotte nel calcio?
Il primo riferimento ufficiale risale all’11 ottobre 1953. Si gioca Germania-Saarland, partita di qualificazione ai Mondiali del 1954, nella quale al 38′ del primo tempo Horst Eckel prende il posto di Richard Gottinger. È la prima sostituzione ufficiale nel calcio professionistico. All’epoca è concesso un solo cambio nell’eventualità di infortunio di un giocatore in campo. In pratica, se non c’è infortunio non è ammessa sostituzione. Prima di quella partita i calciatori di riserva sono documentati, benché la loro funzione sia quella di sostituire calciatori non in grado di presentarsi al campo di gioco entro l’orario prefissato per la gara. Un referto di una partita del 1863 afferma: “Gli undici calciatori del Charterhouse hanno giocato un match contro la squadra del Old Carthusians F.C., ma a causa del mancato arrivo di alcuni dei calciatori, è stato necessario provvedere alla sostituzione di tre di questi”.
Testimonianze “ufficiose” garantiscono che nel campionato di Serie C del 1941 i fratelli gemelli Argentieri – tesserati con l’Unione Sportiva Cavese e perfettamente identici – erano soliti effettuare una sostituzione a fine primo tempo, ingannando così l’arbitro che non si avvedeva del cambio durante l’intervallo. A parte questi eventi folkloristici, chi si fa male durante la partita, ossia lo zoppo, si va perciò a posizionare nella zona gravitazionale dell’ala, quella più esterna e meno nevralgica che per questa ragione viene denominata la “zona dello zoppo”.
Le sostituzioni anche in Serie A
A partire dalla stagione 1965-1966 però, le sostituzioni sono adottate nei vari campionati, ma con regole differenti. La English Football League consente una sola sostituzione per squadra in caso di infortunio e solo tre anni più tardi il cambio per ragioni tattiche. Nel campionato italiano le sostituzioni diventano possibili dal 1965-66 e dalla stagione 1968-69 è permessa la presenza in panchina anche di un giocatore di movimento (il «tredicesimo»). Il primo portiere ad entrare in campo è Alfredo Paolicchi, che in un Bologna-Fiorentina del 5 settembre 1965 prende il posto di Enrico Albertosi, il quale si è fatto male in uno scontro di gioco. La prima riserva a mettere piede in un campo di serie A è invece Sandro Vanello. Vanello entra dopo l’intervallo di Napoli-Verona tra le fila degli scaligeri. Gli bastano 10 minuti per trafiggere Dino Zoff: doppia impresa, perché è suo il primo gol italiano segnato da una riserva.
A livello internazionale, dal Mondiale 1970 una nazionale inizia a disporre di di cinque riserve (senza distinzione di ruolo) con due cambi possibili. Mondiale tra l’altro della famosa staffetta Mazzola Rivera operata in modo scientifico e chirurgico da Valcareggi, allora ct della nazionale italiana. La regola viene ripresa dall’Uefa per le coppe europee e il campionato continentale. In Italia dalla stagione 1973-74 viene ammesso in panchina anche un terzo calciatore, il “quattordicesimo”, con il limite di due sostituzioni di cui una destinata al portiere. È nell’annata 1980-81 che la panchina viene allargata a cinque elementi: una norma del 1981 decreta inoltre che un calciatore sostituito non può riprendere parte alla gara ed il fatto che le due sostituzioni possono essere destinate a calciatori di movimenti. Nel 1994 il numero di cambi effettuabili sale a 3, con l’obbligo che uno di questi venga limitato al portiere: il vincolo viene rimosso già l’anno dopo. Con l’avvento infausto della pandemia si è deciso di allargare il numero delle sostituzioni a 5. Una norma Ifab che doveva essere temporanea è, invece, diventata definitiva quando il consiglio Federale Figc, con comunicato ufficiale n. 299/A del 2022, ha deliberato di consentire l’effettuazione di un massimo di 5 sostituzioni per ciascuna squadra nelle gare delle competizioni organizzate dalle leghe professionistiche. Esse possono essere effettuate, utilizzando al massimo tre interruzioni di gara, oltre all’intervallo previsto tra i due tempi di gioco. Inoltre, per il caso di svolgimento di tempi supplementari (se previsti dal regolamento della competizione) si potrà effettuare una ulteriore sostituzione per ogni squadra. Tutto in linea con il numero dei panchinari ammessi, che dal 2022 sono passati da 12 a 15.
La Premier ha provato a tornare alle 3 sostituzioni nel periodo post pandemia, ma dal 2022 si è adeguato al resto dei top 4 campionati europei.