ilNapolista

Dove c’è Osimhen, c’è gol. Quando il Napoli gioca per lui, vince

Con una sua doppietta il Napoli rimonta l’Udinese. Spalletti lo aveva lasciato solo riproponendo Insigne titolare. Poi Mertens per Fabian: due occasioni, due gol

Dove c’è Osimhen, c’è gol. Quando il Napoli gioca per lui, vince
Napoli 19/03/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: esultanza gol Viktor Osimhen

Osimhen e altri dieci. Il calcio è un gioco semplice, bisogna buttare la palla dentro. E se hai Osimhen al centro dell’attacco, è più facile ribaltare una partita che fino al 51esimo l’Udinese stava vincendo con merito. Ma il merito conta molto relativamente nel calcio. Nel giro di undici minuti, Osimhen ha due occasioni per tirare in porta. Una volta di testa, su calcio piazzato, e un’altra di destro, quasi nell’area piccola, su cross dal fondo di Di Lorenzo ben servito da Politano. Due gol da centravanti vero. Napoli-Udinese 2-1 è tutta qui. Va solo aggiunto che nel finale il nigeriano ha subito un’ammonizione francamente discutibile e salterà Atalanta-Napoli.

I gol in campionato del nigeriano diventano undici. Da quando è rientrato, ha segnato a Venezia, ha segnato a Cagliari, doppietta al Verona e adesso doppietta all’Udinese. Sei gol, quattro di testa, quattro decisivi.

È il calciatore più forte del Napoli. È il calciatore attorno a cui dev’essere costruito il Napoli, a cominciare dalla ultime otto giornate. È il motivo per cui, nonostante la fondamentale vittoria, non possiamo non esternare il nostro scetticismo nei confronti delle scelte iniziali di Spalletti che dopo l’ottima prestazione di Verona ha deciso di non assecondare il detto “squadra che vince non si cambia”.

Il modulo è rimasto lo stesso, con il centrocampo a tre, e quindi Zielinski di nuovo in panchina, ma il tecnico ha schierato Insigne dal primo minuto. Scelta francamente poco comprensibile, anche perché ha riproposto il problema di fondo, ossia la solitudine di Osimhen che ha giocato lontano dal capitano e dal neo-nazionale Politano.

Per tutto il primo tempo il Napoli ha sofferto. Ha mostrato il volto titubante offerto ieri in conferenza dal tecnico di Certaldo tornato al suo linguaggio esoterico. L’Udinese ha tenuto benissimo il campo, ha soffocato la prevedibile manovra della squadra di Spalletti. I friulani hanno segnato un gol con Delofeu, se ne sono divorati un altro davanti a Ospina con Beto e su un colpo di testa all’incrocio è stato molto bravo il portiere colombiano. Il Napoli ha mostrato il volto della squadra di figura che ben conosciamo. E che poco e niente ha portato nella bacheca del club, fatta eccezione per tanti complimenti della critica.

Come spesso capita, Spalletti offre il meglio di sé quando è spalle al muro, quando non ha più niente da perdere. Nell’intervallo lascia lo spento Fabian negli spogliatoi e inserisce Mertens per alleviare la solitudine di Osimhen. Centrocampo a due con Lobotka e Anguissa. I risultati si sono visti immediatamente. Un imperioso colpo di testa e un movimento sul primo palo da attaccante di razza. Il resto, ripetiamo, sono sofismi.

L’Udinese, che all’80esimo è rimasta in dieci uomini per l’espulsione di Mari, forse avrebbe meritato qualcosa di più ma spesso vincono i più forti. Il Napoli ha compiuto il proprio dovere. Si è portato a pari punti col Milan che deve giocare stasera a Cagliari. Nella lotta scudetto c’è eccome. Soprattutto se si ha ben chiaro che bisogna giocare per il calciatore più forte per distacco.

ilnapolista © riproduzione riservata