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Sedici anni dopo, Lindsey Jacobellis si è ripresa quell’oro che buttò a Torino all’ultimo salto

Aveva stradominato, fece la guascona con un’esultanza anticipata e cadde. Le Olimpiadi per le sembravano stregate. Oggi ha finalmente chiuso il cerchio

Sedici anni dopo, Lindsey Jacobellis si è ripresa quell’oro che buttò a Torino all’ultimo salto

Le Olimpiadi sono fucine di storie. Lo sport è affascinante in quanto metafora della vita. E quella di Lindsey Jacobellis è una storia che ha dell’incredibile. Oggi l’Italia recrimina per l’uscita di scena della Mojoli ma lo snowboard ha chiuso un cerchio che era aperto da Torino 2006. Quando sull’ultimo salto, con un vantaggio abissale, l’allora enfant prodige Lindsey Jacobellis si lasciò andare a un’esultanza anticipata e nell’atterrare cadde. Come nei cartoni animati, l’avversaria la svizzera Tanja Frieden – che era staccatissima – la sopravanzò e vinse.

Le Olimpiadi divennero stregate per l’atleta statunitense. Nel 2010 venne squalificata, nel 2014 cadde in semifinale e nel 2018 arrivò incredibilmente quarta. Parliamo di una fuoriclasse, vincitrice di sei ori mondiali, di due Coppe del mondo (la Mojoli ne ha vinte tre).

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Stavolta, in vista del traguardo, Jacobellis ha mantenuto il suo crouch basso. Mentre attraversava il, traguardo ha sfoderato un ampio sorriso e ha portato le mani al cuore.

La vittoria sarà narrata come quella della redenzione per Jacobellis che non ha mai considerato la sua caduta del 2006 – quando un festeggiamento prematuro le costò una vittoria sicura – come qualcosa da riscattare. Allora, aveva 20 anni, era una giovane promessa, aveva praticamente vinto la medaglia d’oro. All’ultimo salto, senza più rivali, aggiunse un po’ di fascino con una presa aerea della sua tavola. Atterrò sui talloni e cadde sul suo didietro, girando tre volte prima di fermarsi.

Ha detto: «non ho mai pensato in termini di riscatto. Volevo solo venire qui e competere per vincere».

Di quell’episodio dice:

“Mi ha plasmato come persona e ha fatto sì che rimanessi affamata, mi ha  aiutato a continuare a combattere nello sport. Forse se avessi vinto l’oro avrei lasciato lo snowboard perché non mi stavo divertendo.”

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