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Melandri: «La mia era una provocazione». Ma aggiunge: «A marzo presi il Covid ma non lo dissi all’Asl» 

A Libero: «Quando con il sierologico si scoprirono gli anticorpi dovetti ammettere che avevo avuto il virus. I morti? Si moriva di influenza anche prima»

Melandri: «La mia era una provocazione». Ma aggiunge: «A marzo presi il Covid ma non lo dissi all’Asl» 

Marco Melandri ci ripensa. Fa un mezzo dietrofront e ritratta in parte le parole dell’intervista rilasciata a Mowmag.com:

«Ho preso il virus perché ho cercato di prenderlo, e, al contrario di molti vaccinati, per contagiarmi ho fatto una fatica tremenda. Ho fatto apposta per potere essere in regola almeno per qualche mese e non è stato nemmeno facile. Mi sono dovuto contagiare per necessità, dovendo lavorare e non considerando il vaccino un’alternativa valida. D’altra parte conosco molte persone con due dosi che provano a infettarsi per evitare la terza. Comunque per me il green pass era e rimane un ricatto: lo userò solo per lavoro e se devo accompagnare mia figlia. Sono disposto a utilizzarlo solo per lo stretto necessario».

Aveva detto questo. Ed una serie di altre boutade sul Covid e sul vaccino. Ma forse il clamore destato dalle sue parole lo ha indotto a correggere il tiro. In un’intervista a Libero, l’ex pilota Moto Gp si spiega meglio, pur non rinnegando del tutto la sua posizione sul green pass. Ieri, del resto, era in piazza con i no-vax a Milano, a manifestare.

«Io contagiato volontariamente? Era una provocazione ironica, ma molto meglio aver preso il Green Pass temporaneo dopo essere risultato positivo al Covid per la seconda volta, piuttosto che ricevere un siero sperimentale che crea ancora problemi».

Melandri si era già ammalato di Covid a marzo. Lo racconta lui stesso. E racconta anche che all’epoca non comunicò la sua positività all’Asl.

«Allora non mi dichiarai all’Asl, dopo due mesi andai a fare il sierologico e avevo gli anticorpi. Mi chiamarono così quelli del Servizio Igiene Pubblica e mi chiesero come fosse possibile tutto ciò, e ammisi che avevo avuto il virus. Da poco era arrivato il Green Pass, allora richiamai il Sip per chiederlo. Loro mi hanno detto che non potevano darlo, perché dovevo fare il vaccino per sviluppare altri anticorpi».

Tira avanti facendo tamponi ogni due giorni, dice.

«Ogni due giorni, ho anche i tamponi fai-da-te in casa».

Dichiara di rispettare chi si vaccina ma ribadisce le sue

«sacrosante ragioni se non voglio farlo. Ho il diritto di scegliere e di avere paura del vaccino, che può causare dei problemi fisici».

E dei ricoverati e morti per Covid:

«Li capisco assolutamente, ma le persone morivano di influenza anche prima. In tanti sono morti perché a casa non sono stati curati, perché oggi i dottori non possono fare i dottori. Ci raccontano che “siamo in guerra contro un virus”, poi lasciamo a casa l’esercito?».

Ritiene che la sua scelta rientri nella categoria del «buonsenso».

 

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