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Romina Power: «Non smetterò mai di cercare Ylenia. A New Orleans spariscono tantissime persone»

A Sette: «A Londra ho conosciuto Paul McCartney, la sua cucina era la più sporca che avessi mai visto. Sono rimasta scioccata»

Romina Power: «Non smetterò mai di cercare Ylenia. A New Orleans spariscono tantissime persone»
Db Milano 08/06/2015 - Presentazione del libro di Romina Power 'Ti prendo per mano' / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Romina Power

Su Sette una lunga intervista a Romina Power. Racconta la sua infanzia, i suoi genitori. È figlia degli attori cinematografici hollywoodiani Tyrone Power e Linda Christian.

«Mio padre purtroppo mi è stato sottratto troppo presto: la vita ci ha concesso solo pochi anni insieme. I miei genitori si sono divisi quando io ne avevo cinque e sono stata mandata con mia sorella Taryn dalla nonna in Messico che, puntualmente, ci ha messo in un collegio di suore, il Marymount di Cuernavaca. Quindi lo vedevo davvero poco».

Si scrivevano delle lettere.

«Purtroppo è stato nella mia vita un grande vuoto, come un albero a cui siano state tagliate quasi tutte le radici. Se lui fosse vissuto, la mia vita sarebbe stata completamente diversa. Molto più ricca, molto più completa. Mia madre invece ha vissuto fino a ottantasette anni e l’ho accompagnata nel viaggio finale di questa vita negli ultimi quattro. Stava molto male, aveva un tumore al colon. Viveva in California, a Palm Springs. Io ho mollato tutto e mi sono dedicata solo a lei. I dottori nel 2008 le avevano dato quattro mesi di vita, con me ha vissuto quattro anni».

Il padre è morto nel 1958, ma lei non ricorda nulla.

«Ho rimosso tutte le cose che riguardavano mio padre, forse per soffrire di meno. Avevo sette anni. I miei ricordi d’infanzia iniziano dopo la sua morte, non prima».

Quando la madre si risposò con l’attore Edmund Purdom, portò Romina e la sorella con sé a Roma ma le mise in collegio.

«Bisognerebbe chiedere a mia madre perché lo fece. Forse per lei era più semplice. Così ha affidato tutta la nostra educazione a qualcun altro».

Il suo primo fidanzato è stato il figlio del pittore Balthus, Stash. Con lui, vivendo a Londra, ha conosciuto i Rolling Stones, i Beatles, gli Who.

«Ho conosciuto Paul McCartney più degli altri. A casa sua ti devo confessare che mi sono affacciata un attimo e ho scoperto la cucina più sporca che avessi mai visto. Piatti accatastati uno sull’altro, dovevano essere giorni e giorni in cui non era stato toccato niente. Sono rimasta scioccata e sorpresa da quella situazione. Lui era molto alla mano, simpatico. Stava con Jane Asher, all’epoca».

Nell’intervista Romina parla anche della figlia Ylenia, sparita nel gennaio 1994.

«Non smetto di cercarla. Non smetterò».

E racconta l’idea che si è fatta della scomparsa di Ylenia.

«In quella città tremenda, New Orleans, ogni anno spariscono tantissime persone. Ovviamente non se ne parla molto, perché tutti hanno paura, non si capisce di cosa. Secondo me lei, come tante altre ragazze, sarà capitata in una di quelle situazioni dalle quali è difficile uscire, è difficile scappare. Non è capitato solo a Ylenia, succede a tante ragazze, purtroppo».

L’ultima volta che l’ha sentita è stata a Capodanno del 1994. Dopo pochi giorni sparì.

«A Capodanno del ’94, quando lei ha chiamato per fare gli auguri alla nonna, perché era il suo compleanno. Il fatto che si fosse ricordata del compleanno della nonna testimonia che stava bene».

Perché era andata lì?

«Era scappata in Belize da diverso tempo. Viveva in una capanna sulla spiaggia. Le mancava un solo esame per laurearsi al King’s College di Londra e le avevano già offerto un posto come insegnante, per quanto era brillante la sua intelligenza. Però ha scoperto un tradimento del fidanzato ed è scappata via. Non voleva più sapere niente. Con me si manteneva in contatto. Ogni tanto la chiamavo io, qualche volta lei. Fece l’errore di tornare da sola a New Orleans, per quel Capodanno».

Al Bano è convinto che Ylenia sia morta.

Cosa ti manca di più di lei?

«Tutto. La sua intelligenza, la sua simpatia, il suo calore. Avevo diciannove anni, quando lei è nata. Siamo state molto vicine, sempre. Era geniale, scriveva in una maniera pazzesca. Scriveva poesie, racconti e raccontava favole alle piccole. Era una persona che dava molto di sé agli altri, sempre».

 

 

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