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«Aveva una spranga di ferro nei pantaloni, e mirava solo alle mie gambe»

Su L’Equipe il verbale dell’aggressione di Kheira Hamraoui. Il raid contro la giocatrice del PSG è diventato un vero e proprio giallo

«Aveva una spranga di ferro nei pantaloni, e mirava solo alle mie gambe»

L’Equipe, che non ha mollato la storia dell’aggressione alla giocatrice del PSG Kheira Hamraoui, pubblica le foto delle ferite inferte. Un grande livido sul retro della coscia destra, appena sopra il ginocchio destro, una ferita aperta e un secondo taglio più sottile, tre lunghi lividi sulla coscia sinistra, ginocchio e polpaccio, due punti di sutura sulla tibia destra, altri due sul palmo della mano destra.

Il quotidiano francese pubblica anche il racconto del raid – diventato nel frattempo un vero e proprio giallo per il possibile coinvolgimento di una sua compagna di squadra, Diallo, e poi addirittura dell’ex giocatore del Barca Abidal – verbalizzato in prima persona dalla vittima alla polizia.

Alle 19:15 Hamraoui esce di casa a Chatou. La sua compagna di squadra e amica, Aminata Diallo, la passa a prendere in macchina per andare ad una cena col resto della squadra e lo staff tecnico, allo Chalet des Îles, un ristorante – tutto per loro per l’occasione – situato a Bois de Boulogne. Le due recuperano Sakina Karchaoui. Hamraoui dice di “non aver notato nulla in particolare” e di “non aver avuto l’impressione di essere seguita“. La serata vola via serena, racconta la giocatrice.

Verso le 22, Diallo si mette al volante della sua Toyota, Hamraoui siede sul lato del passeggero, Karchaoui dietro. Quest’ultima viene lasciata a casa sua intorno alle 22:30. Le due compagne prendono una strada a doppio senso. Arrivati ​​all’altezza di “un camion o un furgone abbastanza alto”, parcheggiato sul lato sinistro della strada, vedono due sconosciuti spuntare davanti al cofano, i volti mascherati da cappucci neri.

“Non vedo un’arma. Cominciano subito a gridare ‘Apri la porta! Apri la porta!’. Quello dalla mia parte mi afferra e mi tira tira fuori dal veicolo. Afferra una spranga di ferro rettangolare che aveva nascosto nei pantaloni o sotto il maglione. Mi dà il primo colpo per farmi uscire dall’abitacolo. Poi mi colpisce più volte, prendendo di mira solo le mie gambe. Io cerco di proteggermi con le mani”.

Hamraoui confida anche di essere stata abbondantemente insultata e di aver sentito ad un certo punto un riferimento a un “uomo sposato”. Un dettaglio confermato da Aminata Diallo, nel frattempo tenuta a bada dal secondo aggressore.

“La scena è durata diversi minuti, mi è sembrata lunghissima”, continua la vittima nel suo resoconto.

I due scappano perché arrivano delle auto. Corrono via correre in direzione del traffico. “C’era una macchina ad aspettarli nelle vicinanze”.

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