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Luciano da Gama

Spalletti non ha tagliato l’Atlantico come fanno alcuni suoi colleghi visionari, ha deciso di circumnavigare: di metterci applicazione e costanza

Luciano da Gama
Napoli 22/08/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Venezia / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Quando accendo il cellulare per ascoltare la conferenza pre partita di Spalletti sono in auto, sulla strada che collega Lisbona a Faro, all’altezza di Setúbal, la città natale di José Mourinho. È uno di quei mirabili incastri del caso, perché il Portogallo è una terra liminare, un ultimo lembo prima della tenebra oceanica che vive disilluso sul ciglio del mondo – percorri quelle centinaia di chilometri pieni di nessun essere umano e capisci che lo Special One non poteva che nascere qui, dove il mare ti illude di concederti una spiaggia al mattino per rimangiarsela tutta in poche ore nel primo pomeriggio. Qui ascolto un Luciano Spalletti che non si dimentica. La necessità di non vivere invano ed il passato che non è da sconfiggere – “io quei fischi non li merito” è quanto lapidariamente c’è da dire della sua memoria giallorossa.  Poi una mano alzata solo a testimoniare una presenza all’Olimpico, durante il derby del sole, mentre il tifo (organizzato o disorganizzato non è importante, il sottosviluppo culturale italiano è completamente trasversale sulle gradinate dello stadio) lo inonda di insulti.

Roma Napoli è stato un match esaltante ma doloroso, spesso ed indigesto, stracolmo di significati oltre qualunque buongusto. Ma vivissimo. L’Europa atlantica scorre al finestrino così come nella vita passano i Totti e gli Spalletti e di volta in volta bisogna scegliere chi pescare perché entrambi è impossibile farli coesistere in un’unica medesima esperienza. Da una parte i grandi sovrani incoronati che concedono le caravelle e dall’altra coloro che, feroci nelle critiche verso se stessi, usano quelle navi per provare a trovare una via alternativa alla vittoria.

“Vivere è fare l’uncinetto con l’opinione degli altri” scrisse un grande connazionale di Mou in un volumetto che si intitola “Il libro dell’inquietudine”. Lungo tutta la settimana il Luciano da Gama ha mostrato che, lui, almeno lui, non è invecchiato. Il passato non è mai stato né un nemico né una terra di riconquista. Luciano ricama ed è salpato. Non ha tagliato l’Atlantico come fanno alcuni suoi colleghi visionari, ha deciso di circumnavigare – di metterci applicazione e costanza. Per chi rimane in patria a riscuotere le rendite, un saluto a mano aperta di qualche minuto può bastare.

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