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Il figlio di Pino Daniele: «Faceva ascoltare le sue canzoni a tutti i figli, ma i tempi li decideva lui»

Alessandro Daniele a Il Fatto: «I discografici non gli hanno mai fatto pressioni se non per un brano in ogni album. Era un ricercatore, difficile imbrigliarlo»

Il figlio di Pino Daniele: «Faceva ascoltare le sue canzoni a tutti i figli, ma i tempi li decideva lui»
Pino Daniele nella sua ultima intervista a Red Ronnie

Il Fatto Quotidiano intervista Alessandro Daniele, figlio di Pino con la sua prima moglie, Dorina Giangrande. Ha
una sorella, Cristina, e tre fratellastri nati dal secondo matrimonio di Pino con Fabiola Sciabbarrasi. Alessandro è stato l’ideatore, insieme al fotografo Guido Harari, dell’installazione itinerante “Pino Daniele Alive”, fino al 31 dicembre a Napoli, nel complesso di Santa Caterina a Formiello.

«Ho iniziato a collaborare attivamente con mio padre nel 2000, prima ho cercato una mia strada. Papà aveva appena creato un nuovo studio, un nuovo ufficio, era in ballo con il tour di Medina e allora mi son proposto io. Avevo la consapevolezza che se non fossi stato all’altezza mi avrebbe sbattuto fuori. In un attimo mi sono ritrovato a fare il Tour manager e da allora non ho più smesso».

Racconta il rapporto con Pino:

«Le sue canzoni le faceva ascoltare a tutti i figli. Ma era una concessione i cui tempi venivano decisi da lui. Abbiamo sempre rispettato la sua parte più creativa e intima. Quando studiava la chitarra a casa era un momento di magia, ascoltavamo frammenti di brani che aveva amato da ragazzino. Sono un privilegiato, ho sempre avuto un rapporto favoloso con papà: quando doveva fare il discorso da padre l’ha fatto, quando si confrontava sul lavoro diventavamo professionali».

Sul rapporto di Pino con i discografici:

«I discografici spesso hanno fatto tanti danni mettendo al centro il fatturato. Il senso artistico e l’esigenza di comunicare di Pino hanno sempre prevalso. Io penso che sia sempre riuscito a navigare nel pop preservando la sua essenza. E posso testimoniare che i discografici non si sono mai permessi di fare pressioni se non per un brano in ogni album. Pino era un ricercatore, difficile imbrigliarlo».

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