ilNapolista

Napoli-Venezia 2-0, pagelle / Un allenatore che conia aforismi, è un capitale societario

Le pause di silenzio di Spalletti ipnotizzano. Finalmente Insigne si comporta da capitano. Elmas adesso sa dove andare. Koulibaly e il lancio alla Krol

Napoli-Venezia 2-0, pagelle / Un allenatore che conia aforismi, è un capitale societario
Napoli 22/08/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Venezia / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

MERET. Ullalà Ilaria bella: bentrovata. Ci tocca l’esordio agostano con gli Anonimi Veneziani e sono subito palpitazioni. Come quando San Palo corre in aiuto del nostro prediletto Meret, finalmente senza più Mister Veleno tra gli zebedei. La partita è in una sola direzione, anche in dieci, e il pipelet ornato di verde deve solo gestire le rarissime puntate dei lagunari – 6

Quando deve intervenire, lo fa con disinvoltura. Due cose: non solo è un piacere ritrovarlo tra i pali, ma da quel poco che si è visto, sembra avere negli occhi una tranquillità diversa, quasi un sorriso, sembra più presente a se stesso ed ai compagni. Me lo auguro per lui – 6

DI LORENZO. L’alloro europeo sul suo capo ricciuto è un balsamo che aumenta sicurezza di sé e autostima. E si vede. Nell’azione che conduce al secondo penalty, quello giusto, Di Lorenzo sigilla la sua trasfigurazione da appuntato granitico ed efficiente a graduato decisivo con il piglio da leader. Senza dimenticare che nel primo tempo ha avuto una pelota d’oro per segnare – 6,5

C’è quello zampino nel rigore e poi tanto sacrificio per la squadra, corsa continua, intelligenza. Anche a lui l’esperienza Nazionale ha fatto decisamente bene. Meglio nel primo tempo che nel secondo, in cui cala leggermente – 6,5

MANOLAS. Io spero, Ilaria cara, che l’Ellenico rimanga. E non solo per la partita di oggi (bellissimo un suo intervento difensivo dopo l’espulsione di Histoire d’O) ma soprattutto per vederlo finalmente sbocciare anche in azzurro, grazie a Spalletti – 6,5

Partita senza sbavature con una nota positiva: mi sembra di ritrovarlo meno incline alle ingenuità. E questa è una cosa positiva, ma bisogna valutarla sul lungo periodo. Anche io, naturalmente, spero che resti: mi è sempre piaciuto molto Kostas il greco – 6

KOULIBALY. Cose di ordinaria (per lui) mostruosità, tra anticipi e chiusure. E poi c’è quel lancio alla Krol che avvia il moto verticale del velocissimo due a zero del Macedone – 7

Sereno, calmo, tranquillo. Quanti sinonimi esistono per indicare lo stesso concetto? Kalidou ieri si è confermato un leader. Ha dato sicurezza al reparto, ha salvato quando necessario, ci ha messo il fisico, ha inibito gli sprazzi di voglia di avanzare del Venezia. Molto bene, un altro che non voglia mai Dio ci lasci – 7

MARIO RUI. Marittiello martire felice. Prende calci e manate in faccia epperò non arretra mai. Gli spazi sono quelli che sono – ché i veneziani sono anonimi e anche catenacciari – ma sulle fasce vivaddio c’è vita e i due rigori arrivano proprio da lì, uno da Marittiello, l’altro da Di Lorenzo – 6,5

Il primo rigore è roba sua. Mario vive e lotta insieme a noi (e un po’ mi ci sono pure affezionata) – 6,5

FABIAN RUIZ. L’unico del Napule, Ilaria, a stare sotto la sufficienza. Avrebbe il compito di incendiare la partita con una giocata delle sue, ma non gli riesce neanche di accendere un focherello. Perdipiù è pasticcione e lento – 5

Sbaglia tanto, troppo, sembra arrancare in campo, come se si fosse allenato con un’altra squadra, su due velocità e intensità completamente diverse. Sembra in difficoltà, come confuso. Un peccato, con quel talento – 5

GAETANO dal 71’. Il suo ingresso finisce per dare altra sostanza al centro spallettiano. Bravo – 6,5

È entrato come se fosse un titolare: dal punto di vista della presenza e del temperamento un gran bel colpo d’occhio. Per il resto ha gestito come doveva – 6

LOBOTKA. Trascorsa la prima mezz’ora di corale lentezza kunderiana, basta seguire i suoi movimenti per capire cosa vuol dire fare il metodista, raccordo umile e faticatore tra la difesa e il resto della squadra. Lobo, senza più gli allucchi in capa di quell’altro che ringhiava e urlava, è un soldatino che a volte può apparire timido ma tenta sempre di mantenere l’equilibrio della squadra. Anche per questo che si sporge poco in avanti – 6,5

Ordinato, pulito e prudente – 6

ZIELINSKI. Il suo infortunio càpita dieci minuti dopo il rosso osimheniano. Un presagio infausto destinato però a rimanere tale. San Piotr sta in campo 35 minuti, quelli più brutti della squadra – senza voto

Esce proprio quando iniziava a prendere confidenza con il campo – sv

ELMAS dal 35’. La cura spallettiana gli ha dato un baricentro psicologico e una missione da compiere. Adesso sa dove giocare e non deve più deambulare solingo con quell’aria spaesata che sembrava chiedere: “Per andare dove devo andare, per dove devo andare?”. Il nord macedone è rinato e forse, chissà, questa sarà finalmente la sua stagione. Per il momento corre, gioca e segna – 7

Entra come sempre a pazzo, in piena esaltazione, ma finalmente, come dici tu, non corre disperato per tutto il campo alla ricerca del suo posto nel mondo. Come al solito, non vede l’ora di giocare e stavolta concretizza il desiderio di correre con il pallone tra i piedi firmando il gol del raddoppio. Che felicità! – 7 

POLITANO. Con il suo classico movimento destra-centro, che farebbe felici i moderati anti-sovranisti, fa il possibile per bucare il catenaccio veneziano. Un taglio del Capitano lo mette davanti al portiere veneto ma senza lieto fine. Così diventa decisivo per un bacio: quello che dà all’amato Lorenzo prima del secondo rigore da battere – 6

Nel primo tempo ci prova in tutti i modi, nella ripresa cala – 6

LOZANO dal 71’. Entra e fa subito l’hombre vertical che favorisce il due a zero del Macedone. El Tav è di nuovo tra noi, Ilaria, alleluja – 6,5

Entra e si trasforma immediatamente in fiera: avverte l’odore del sangue sui pali e sulla traversa della porta avversaria e innesca l’azione del raddoppio. Mamma mia, Fabrizio, che felicità – 6,5

OSIMHEN. La costruzione (suicida) dal basso di una neopromossa è un’autentica manna per il nostro Victor Victoria, che fa almeno due scippi ai tonti veneziani. All’improvviso però, su un banale corner, cala il buio per Histoire d’O che stende un avversario a manate. Più che di cazzimma è questione di maturità – 4

Nei 20 minuti che dura la sua partita è il migliore in campo, ma un campione si vede prima di tutto dalla testa e un’ingenuità come quella andrebbe punita con diecimila schiaffi. Sono d’accordo con te sul voto punitivo – 4

INSIGNE. A proposito di destini: quello del Capitano è decisamente cambiato con gli Europei vinti da numero dieci. In altre occasioni non avrebbe mai avuto una seconda possibilità dopo il rigore sbagliato stasera. Invece. Invece passano pochi minuti e la pelota incoccia un’altra manina lagunare. Insigne va sul dischetto, tira, segna e poi fa alla curva il gesto degli attributi. Chapeau. Speriamo che duri e non alterni più depressione ed euforia come in passato. Se non altro perché ormai ha trent’anni e non è più un ragazzino – 7

Finalmente si comporta da capitano, sin da quando incita i suoi a non mollare niente dopo l’espulsione di Osimhen. Il secondo rigore voluto caparbiamente dopo aver fallito il primo è un tocco di poesia, quella che riguarda la vita. Non conta che abbia sbagliato tre punizioni di seguito, oggi voglio premiarlo – 7

PETAGNA dall’85’. Senza voto

sv

SPALLETTI. Un allenatore che conia aforismi ogni volta che parla è un capitale societario. Perdipiù ha subito dimostrato di saper aggiustare i meccanismi inceppati della rosa, la stessa dell’ultimo campionato. Luciano Spalletti è noto per essere un innovatore ma come ogni uomo intelligente sa essere pragmatico e realista. E questi sono valori aggiunti. Perdipiù è un vero “mentalist”, come conferma la vittoria nonostante la sequenza funesta della partita di stasera: il Napoli in dieci, poi l’infortunio di Zielinski e infine il rigore sbagliato di Insigne. Le incognite non mancano ma per il momento, Ilaria, mi fermo qui. Abbiamo vinto ed è quello che conta – 7,5

Abbiamo vinto una partita che si era messa malissimo, Fabrizio, e questo è già un successo. Non avevo visto neanche un’amichevole, finora, e devo dire che mi ha colpito il feeling tra tecnico e squadra, nonostante siano insieme da poco tempo. Il gioco di Spalletti si intravede già, pare ci sia più coraggio. È la prima, contro un avversario tutto catenaccio, è troppo presto per dire qualsiasi cosa ma devo fare due annotazioni. È bello non vedere più uno che sbraccia e urla a bordocampo: ci rende meno macchiette. L’altra riguarda le pause di silenzio di Spalletti durante le interviste: mi affascinano. Sono secondi in cui ti tiene ipnotizzato allo schermo a chiederti: ora lancerà la bomba o si aprirà in un sorriso innocente mentre ti disarma con la più bucolica delle confessioni? – 7,5

ARBITRO AURELIANO. Con quel cognome alla Garcia Marquez ha contribuito a rendere epica la partita di stasera, con l’espulsione giusta di Osimhen. Sicurissimo sui due rigori, che ha concesso seduta stante – 6,5

Non solo: ha bevuto dalla bottiglina di uno del Venezia, Fabrizio! Ma dico io, in tempo di Covid, si può?? 

DAZN. Mi associo all’invettiva furiosa di Max Gallo. Aggiungo: il calcio italiano con la seria A a Dazn mostra il suo volto peggiore. Un volto da Terzo Mondo, senza offesa per quei Paesi arretrati e poveri, che mescola superficialità, mancanza di rispetto, improvvisazione e avidità. Povera patria – 0

ilnapolista © riproduzione riservata