Al Giornale: «Mi sembrava una piccola cosa che non avesse bisogno di un personaggio come me. Sono noioso, i giornali non sono riusciti a tirarmi fuori nemmeno uno scandaletto»
Il Giornale intervista Matt Damon. E’ protagonista di Stillwater, film fuori concorso al Festival di Cannes. E’ attore, sceneggiatore e produttore, ma, dice, ha sempre e solo avuto voglia di recitare.
«Ho tutte queste anime, non posso negarlo. Ma da quando ho memoria di me ho sempre voluto recitare».
Ha vinto l’Oscar come sceneggiatore con Will hunting – Genio ribelle.
«Ogni tanto ricordo che sono anche uno scrittore. Divento più serio, soprattutto torno con i piedi per terra. Ho una squadra di persone che mi aiutano in questo. Dentro di me c’è l’animo meditativo di chi scrive e in questa dimensione prima o poi rientro».
Di lui dicono che è un bravo ragazzo.
«È un’etichetta che mi è stata appiccicata addosso e, onestamente, non ho fatto molto per guadagnarmela. Sono molto noioso. Con me i giornali hanno buttato la spugna. Resa incondizionata. Non sono riusciti a tirarmi fuori nemmeno uno scandaletto. Diciamo che ho imparato la disciplina».
Qual è stato il punto di svolta della sua carriera? Gli chiedono. Risponde citando un film che non ha interpretato.
«Sicuramente Avatar. L’ho rifiutato. Mi sembrava una piccola cosa che non avesse bisogno di un personaggio come me. Quando penso a cosa è successo dopo e pure prima. James Cameron mi aveva offerto il 10 per cento».
Il suo amico più caro?
«Ben Affleck. Siamo cresciuti insieme, eravamo vicini di casa e compagni di scuola».