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«Di Lorenzo? Una fame mai vista. Oltre alle sue doti di lui mi colpì la famiglia»

La Gazzetta raccoglie i commenti dei primi allenatori del difensore del Napoli. «Quando lo vidi dissi ai miei collaboratori: che ci fa questo in Serie C?»

«Di Lorenzo? Una fame mai vista. Oltre alle sue doti di lui mi colpì la famiglia»

La Gazzetta dello Sport dedica una pagina al difensore del Napoli Giovanni Di Lorenzo. Uno che è stato bravo a prendere il treno quando necessario.

“Spesso ci si appassiona ai boom improvvisi, alle favole, ai Torricelli che passano dalla D alla Juve in pochi giorni. Quello di Di Lorenzo è diverso, il suo è un boom a volume crescente e costante. Per quanto rapida e ripida sia stata la sua ascesa, non ci sono mai gradini saliti tre alla volta”.

Il quotidiano sportivo ripercorre tutta la sua carriera, dalla Reggina al Cuneo fino all’Under 21. Ad allenarlo era Ezio Rossi, che di lui dice:

«Testa sulle spalle e piedi a terra, gli ho dato fiducia e lui mi ha restituito un rendimento impeccabile. Oltre che le doti, di lui mi colpì la famiglia. Io non sbaglio mai con le persone, me li ricordo i signori Di Lorenzo: persone serie, equilibrate, non come i tanti che pensano di avere un figlio fenomeno».

Quando torna alla Reggina, la squadra fallisce e Di Lorenzo – siamo nel 2015 – si ritrova per quasi un mese senza squadra, finché non arriva il Matera, che lo prende da svincolato. Viene utilizzato come centrale, ma l’allenatore, Pasquale Padalino si rende conto che non è quella la posizione ideale e lo sposta terzino. Di Lorenzo accetta subito, racconta Padalino:

«Lui dice subito di sì e ci si applica in maniera impressionante. Sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, una fame mai vista».

L’anno dopo lo allena Gaetano Auteri. La Gazzetta riporta le sue parole.

«Appena lo vedo dico ai miei collaboratori: ‘Ma che ci fa questo in Serie C?’. Qualità fisiche di prim’ordine, già valeva un Darmian che all’epoca era nel giro della Nazionale».

Da lì inizia la sua ascesa, con l’arrivo all’Empoli, poi al Napoli e in Nazionale. Dove è partito riserva e poi, per l’infortunio di Florenzi, è diventato titolare. Padalino commenta:

«Ha avuto un’occasione e se l’è presa, con le stesse doti con cui è entrato nel calcio che conta, umiltà e prepotenza».

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