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Il reddito di cittadinanza è un atto di masochismo del sud

Il sistema moltiplica le difficoltà per il rilancio occupazionale, ma chi lavora nella ristorazione raramente è regolarizzato e viene sfruttato

Il reddito di cittadinanza è un atto di masochismo del sud

Fanno discutere in questi giorni le dichiarazioni di alcuni imprenditori della ristorazione che lamentano la mancanza di manodopera a causa del reddito di cittadinanza. Che tale misura previdenziale fosse un atto di masochismo per il Sud lo si sapeva da quando è stata concepita.
Insomma, l’assistenzialismo quindi la sublimazione del lavoro a nero co-retribuito dallo Stato, è risultato essere un moltiplicatore di vuoto a perdere per il rilancio occupazionale di Napoli.

Ora si lamenta chi, a torto o a ragione, si trova a disagio poiché i disoccupati preferiscono vivere di rendita statale anziché scegliere di lavorare per loro ma qui entra in scena il paradosso. Quanti camerieri a Napoli sono regolarizzati? Quanti porta-pizze, ragazzi delle consegne, aiutanti delle cucine sono regolari dipendenti delle attività che si lamentano? Dieci ore al giorno per trenta euro o una serata di un week-end con pulizie incluse per poco più di quaranta euro valgono la pena?
In questo scenario c’è da dire che è sacrosanto negarsi e aspettare l’aiuto di uno Stato che non tutela ma dà la paghetta per trattenere il malessere di una numerosa fetta di città che si sta autodistruggendo.
Lo sfruttamento riconosciuto dal popolo, il desolante vanto dell’arte di arrangiarsi come la pantomima sui “giovani che hanno voglia di far niente” non regge, è stucchevole ed insensata.
In Germania, ad esempio, un lavapiatti guadagna regolarmente dai novecento euro ai millecento. Un cameriere senza la conoscenza della lingua tedesca può guadagnare fino a milleduecento euro se invece conosce la lingua allora può ambire a millesettecento euro. Regolarizzati, tutelati, riconosciuti di dignità. La polemica, dunque, mossa a chi rifiuta un lavoro del genere a Napoli può essere lecita e supportata solo se si offrissero le condizioni regolari e le tutele.

Il reddito di cittadinanza è oramai un male irreversibile che ha generato un forte deficit culturale in un Sud malandato, aumentandogli il grado di vittimismo e abitudine all’assistenzialismo ma di certo non è la causa della legittima riluttanza a lavorare otto ore al giorno, per trenta euro.

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