L’investimento dei bavaresi cambia prospettiva: quella del tecnico è la scelta più importante di un’azienda che fa calcio. E riguarda anche il Napoli
Dei giornali, quando si parla di calciomercato, tocca fare un’istantanea: quel che vale adesso tra un giorno sarà smentito, digerito, consumato. Lo screenshot attuale racconta che il Napoli sarebbe indeciso se affidare la sua panchina di Gattuso a un peso massimo come Spalletti, o ad un talento come Dionisi. In mezzo c’è un oceano di considerazioni, non solo economiche, tutte con qualche valenza. Nel frattempo a Monaco il Bayern ha appena annunciato l’ingaggio di Nagelsmann, pagando al Lipsia circa 25 milioni di euro. Il tedesco diventa così l’allenatore più costoso della storia del calcio.
Il link tra le due situazioni è preconcettuale: siamo abituati all’idea che l’investimento sull’allenatore si basi su unità di misura uniche. I grandi tecnici si fanno pagare stipendi d’oro (in Italia si avvia a vincere lo Scudetto Antonio Conte, che con il suo staff pesa sui bilanci dell’Inter per 23 milioni di euro l’anno) ma per tradizione sono un bene di consumo deperibile, e come tali vengono pescati al mercato solo quando disponibili, gratis o giù di lì. 25 milioni per Nagelsmann – basta leggere i titoli, ovunque – sono un’enormità.
Il Sueddeutsche Zeitung legge la mossa del Bayern da un altro punto di vista: perché, scrive, quando il Bayern ha acquistato Marc Roca questa estate per 9 milioni, hanno tutti valutato l’affare come spicciolo? Roca è la quarta scelta nel centrocampo difensivo del Bayern, attualmente, ed è costato 9 milioni. Perché al contrario 25 milioni per l’allenatore che dovrà guidare la squadra al momento più titolata degli ultimi anni vengono considerati un investimento fuori scala?
Per il quotidiano tedesco semplicemente non lo è. Il Bayern ha scelto di accaparrarsi la migliore opzione per le sue necessità: volevano un allenatore tedesco, di alto livello. “Non è che in giro ci fossero molte alternative disponibili”, scrive ancora.
Ma il punto è un altro: “anche a Monaco si è sparsa la voce che l’allenatore è forse un po’ più importante per il successo della squadra di un quarto sostituto nel centrocampo difensivo. Scegliere bene un allenatore (o meglio: una squadra di allenatori) è forse la decisione più importante che un presidente debba prendere. E da un punto di vista aziendale, a volte, è necessario investire di più per ridurre al minimo il rischio”.
Date le circostanze, Nagelsmann è il tecnico meno rischioso su piazza: conosce la Bundesliga, è nato in Baviera e ha esperienza internazionale. E poi, come spesso accade nella vita, una soluzione apparentemente economica può rivelarsi invece molto costosa. Ad esempio una scommessa azzardata valutando l’ingaggio al pari di altri fattori può portarti a dover cambiare in corso, ritrovandoti all’improvviso a pagare due allenatori o anche quattro o cinque nelle situazioni più disperate. José Mourinho, che ha appena lasciato il Tottenham, pare abbia ricevuto un bonus di licenziamento da 23 milioni di euro. Cacciare Mourinho è costato quanto ingaggiare Nagelsmann.
Quella del Bayern è un’operazione che può cambiare in prospettiva la visione del mercato degli allenatori. Chi ha un progetto organico, di lunga prospettiva, può anche decidere di spendere 25 milioni per ingaggiare il manager di una rosa composta da giocatori pagati molto più di lui. E’ come se in quella cifra fosse incluso anche un valore d’immagine.
De Laurentiis ha dimostrato di saper gestire con oculatezza la questione allenatore, evitando di esonerare Gattuso dopo una serie esacerbante di risultati negativi, tenendo botta e confidando sulla qualificazione Champions finale. I fatti gli stanno dando ragione. Ma lo stesso Gattuso era arrivato al Napoli dopo Ancelotti, un big, sperando nell’effetto Sarri. Ora siamo allo stesso punto di svolta (almeno a credere alle voci di mercato correnti): puntare su un allenatore di fama e stipendio internazionali, o riprovarci con la scommessa più economica.
Il Bayern ha indicato una via, non per forza replicabile a livelli più bassi. Un allenatore vale più di un discreto rincalzo del centrocampo.