Gli esperti alla Gazzetta: «Si provano movimenti e schemi a velocità ridotta perché è un continuo fermarsi, correggere, ripartire: così non hai il ritmo partita»
È molto interessante la pagina che la Gazzetta ha dedicato agli infortuni muscolari. Evidenziando che in Serie A ci sono molti più infortuni muscolari rispetto a Premier e Bundesliga (372 contro 273 e 232).
E ne hanno chiesto il motivo a tre esperti.
Per Laura Bertelè, fisiatra e specialista in rieducazione motoria,
In Italia è passata l’idea che debbano essere costruiti e potenziati in palestra: è un’idea malata.
Stefano Fiorini, ex presidente dell’associazione preparatori
In Italia siamo in ritardo rispetto alla distinzione tra allenamento vero e proprio e benessere del calciatore. Sono due cose diverse e non possono più essere gestite con un lavoro di gruppo, che deve riguardare la tecnica e la tattica. Perché in Italia si corre di meno? Il nostro calcio è troppo tattico e la tattica inibisce, non promuove. Le nostre squadre sono frenate. Si provano movimenti e schemi a velocità ridotta perché è un continuo fermarsi, correggere, ripartire: ma in questo modo non hai il ritmo partita. La prevenzione vera la fai giocando, allenando i muscoli alle sollecitazioni cui saranno sottoposti in partita. In caso contrario reagiranno in maniera imprevista. E saranno soggetti a infortuni.
Vincenzo Pincolini fu il preparatore del Milan stellare di Sacchi.
«Negli ultimi 25 anni è passata l’idea che bisogna sviluppare la forza. Ma la forza ha poco a che fare col calcio. Soprattutto se è forza rigida. Un sistema muscolare rigido non si piega, ma si spezza. In 40 centimetri, 20 sopra e 20 sotto alla cintura, c’è tutto il calcio: glutei tonici ed elastici, per esempio, favoriscono la velocità e il movimento delle anche, propedeutico al dribbling».