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Il declino del Napoli è cominciato col no alle cessioni eccellenti

Da Allan a Koulibaly. Il Napoli deve ripartire da un direttore sportivo in grado di saper acquistare e poi rivendere. Solo così si può rimanere ai vertici

Nel campionato 2019/20 degli Amatori ACLI di calcio a 11, a Napoli spunta una formazione dal nome “Cacc e sord pappò”. Un nome goliardico senz’altro da assegnare ad una squadra, che è anche una delle poche cose che resta di un concetto che ormai si distacca dalla realtà se associato al club. Aurelio De Laurentiis, storicamente accusato di cedere i giocatori migliori e investire meno di quanto incassato, è ormai una figura ben lontana da questa politica aziendale.

Il Napoli negli ultimi anni ha respinto sistematicamente, non senza un po’ di spocchia, delle offerte più che vantaggiose per diversi tesserati, che qualsiasi altra società probabilmente avrebbe accettato. I più richiesti del periodo recente sono stati Allan (dal Paris Saint-Germain, poi ceduto all’Everton per meno della metà) e Koulibaly, con il secondo che è tuttora un componente della rosa, e che ogni anno riceve attenzioni molto importanti dalla Premier League. Eppure, il pellegrinaggio annuale di Ramadani per l’udienza con De Laurentiis non sortisce mai esiti rilevanti. Per il centrocampista, invece, era stata rifiutata una maxi-offerta dalla Francia all’epoca. Inquadrato come esubero, il suo trasferimento è fruttato molto meno.

La crisi dell’ultimo periodo ha messo in discussione tutte le componenti del Napoli: le scelte di De Laurentiis, non più così lungimiranti; le intuizioni di Giuntoli, molto più positivo nelle operazioni minori in uscita rispetto a quelle importanti in entrata; la gestione di Gattuso, tatticamente lontano da ciò che serve al Napoli; lo spessore della squadra, che non riesce ad emergere dai momenti più delicati della stagione.

Una situazione che inevitabilmente conduce a delle riflessioni che convergono sull’opportunità di cambiare la strategia per il futuro del progetto tecnico. Assodato ormai che Gattuso non sarà l’allenatore per l’anno prossimo, potrebbe essere cambiato anche il responsabile dell’area sportiva per favorire un rinnovamento della squadra. Una missione impegnativa, che richiede una figura specializzata in questo tipo di operazioni. L’identikit più indicato ha le caratteristiche di Luis Campos, ex direttore sportivo del Lille, soprannominato il “Mago delle Plusvalenze”. E con giusto motivo, visto che dietro le operazioni di Mbappé, Pépé, Osimhen e tanti altri c’è proprio il dirigente portoghese.

Una figura singolare, ma che ben potrebbe adattarsi ad una nuova politica fondata sulla valorizzazione e la rivendita di calciatori giovani. Un modello che sta pagando i dividendi sperati al Lille, che grazie al suo lavoro e a quello dell’allenatore Galtier adesso si trova primo in classifica in Ligue 1 a undici giornate dalla fine. Tra i profili di questo tipo (e sul mercato) c’è anche Ralf Rangnick l’uomo a cui vanno attribuiti tanti meriti dei successi del gruppo Red Bull e a cui la proprietà del Milan avrebbe affidato la responsabilità di rilanciare il club.

Ad ogni modo, è necessario che ci sia un’elevata sintonia tra il direttore sportivo e l’allenatore. Il tecnico del futuro del Napoli dovrebbe avere un’elevata capacità di adattamento a certi cambiamenti nella rosa, saper lavorare con i giovani, avere dei concetti di calcio funzionali e modellabili sulle risorse a disposizione. E anche in questo caso il Lille fornisce un esempio efficace e potenzialmente vincente.

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