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Fare il record di plusvalenze, tra cui Osimhen, ed essere primo: la lezione del Lille

Vendere non significa indebolirsi. Soprattutto se hai avuto un ds preparatissimo (Campos) e hai un allenatore bravo (Galtier). Senza Pépé, Gabriel e Osimhen, il Lille sogna di vincere la Ligue 1

Esiste un campionato in cui la squadra che ha ceduto i propri giocatori migliori negli ultimi due anni, adesso si ritrova in testa alla classifica, con tre punti di vantaggio sulla seconda e ben quattro sulla terza che in realtà resta comunque la favorita per la vittoria finale. Siamo in Francia, il campionato è la Ligue 1. In vetta c’è il Lille che precede Lione e Paris Saint-Germain. Magari non riuscirà ad arrivare fino in fondo e non conquisterà il titolo, ma sta trasmettendo un messaggio importante nel calcio di oggi: vendere non significa necessariamente indebolirsi.

Naturalmente, affinché ciò non accada devono realizzarsi (almeno) due condizioni. La prima è il saper comprare: società come il Lille, che comunque non possono vantare capitali straordinari, devono scegliere con cura le promesse su cui puntare e a quale prezzo. La seconda, non meno importante, è avere uno staff tecnico con cui lavorare in simbiosi, che condivida e sappia valorizzare il materiale umano a disposizione. Entrambe si sono verificate e il club oggi si gode i benefici e sogna in grande, almeno in Ligue 1 dove a dodici gare dal termine tenta la fuga per il successo finale. Situazione più delicata in Europa League dove bisogna ribaltare la sconfitta interna per 1-2 contro l’Ajax.

La scorsa estate, il Lille ha ceduto Victor Osimhen al Napoli in un’operazione che ha portato 50 milioni di euro nelle casse del club (70 a cui vanno sottratti i cartellini dei tre giovani e Karnezis che hanno fatto il percorso inverso) e Gabriel Magalhaes, altro obiettivo degli azzurri, che poi è finito all’Arsenal per 26 milioni. Nel 2019 invece erano stati impacchettati Pépé (80 milioni per i Gunners) e Leao andato al Milan per circa 30. Insieme alle altre operazioni, secondo i dati di Transfermarkt, il Lille ha monetizzato per quasi 230 milioni di euro nell’ultimo biennio, spendendone nello stesso periodo circa 80 in meno.

Non a caso Luis Campos, direttore dell’area tecnica fino allo scorso dicembre, è soprannominato il “Mago delle Plusvalenze”. Nato come allenatore, poi collaboratore di Mourinho al Real Madrid, è al Monaco che si fa conoscere per le sue doti nello scouting e nella valutazione economica dei calciatori. Nel Principato ha acquistato Martial, Lemar, Bernardo Silva, Fabinho e Bakayoko per un totale di 39 milioni di euro e ne ha ricavati circa 310. Ha lanciato Kylian Mbappé, prodotto del vivaio, rivenduto poi a 180 milioni al Paris Saint-Germain. Affari incredibili, che avevano convinto la proprietà del Milan a puntare su di lui nell’estate del 2019, ma la trattativa non andò in porto. Ci ha provato anche la Roma nei mesi scorsi, poi è andata su Tiago Pinto. Campos visiona tremila giocatori all’anno, li divide in cinque fasce di merito, parla cinque lingue e ha uno staff di collaboratori. Se un calciatore ottiene tre rapporti positivi, viene visionato da lui in persona.

Si tratta comunque un personaggio controverso. La testimonianza di Marcelo Bielsa, che è in causa col club, l’ha descritto come una mente subdola che ha provato a sabotare il suo lavoro, e che non si è mai mostrato realmente interessato all’aspetto tecnico di un giocatore quanto al suo potenziale in termini di mercato, alle commissioni, ai rapporti con gli agenti e così via.

Altrettanto fondamentale nell’organigramma è la figura di Christophe Galtier. Un allenatore moderno, che si modella in base alle caratteristiche dei giocatori, che grazie alle sue intuizioni spesso scoprono il proprio vero potenziale. E finiscono poi per imporsi nel panorama europeo ai massimi livelli, com’è accaduto allo stesso Osimhen che a quasi 23 anni si è guadagnato la responsabilità dell’attacco del Napoli e un prezzo considerevole per quanto fatto in Francia.

Il Lille ha perso soltanto due incontri dei 26 disputati, è la miglior difesa del campionato con soli 16 gol subiti (uno in meno del PSG) e ha saputo reinvestire i capitali con acquisti oculati: il classe 2000 Jonathan David dal Gent ad esempio ha sostituito Osimhen, ha segnato 7 gol in campionato di cui 5 nelle ultime 7 giornate, con l’esperto Burak Yilmaz a fargli da riserva prelevato a parametro zero dopo l’avventura al Besiktas. Il presente è ricco, ma il futuro è davvero roseo.

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