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Clementino canta Dante a San Pietroburgo: «La connessione tra la sua poetica e il rap è la rima»

Il rapper che sarà in collegamento con l’istituto di studi italiani il 25 marzo spiega al Cormezz: «La verità è che il rap non è soltanto auto di lusso, orologi costosi e collane. Ma è innanzitutto riscatto sociale»

Clementino canta Dante a San Pietroburgo: «La connessione tra la sua poetica e il rap è la rima»

Giovedì 25 marzo Clementino sarà collegato in video con l’istituto italiano di cultura di San Pietroburgo per l’evento «La commedia al tempo del rap. Clementino dialoga con Dante»  organizzato in occasione del «Dantedì»

Per l’occasione il rapper campano interpreterà secondo il suo stile inconfondibile alcuni dei versi più noti del sommo poeta e scrittore fiorentino, accompagnato dalle musiche del maestro Maurizio Filardo. Sarà un dialogo immaginario tra i due per tentare di avvicinare i giovani ai classici, come ha spiegato Clementino al Corriere del Mezzogiorno

 «Tutto inizia annunciando il mio nome e quello di Dante, come se fossimo uno accanto all’altro. Come se lui fosse con me a rappare. Questo spettacolo è il frutto di un lungo viaggio mentale. È come se fossi stato per davvero in inferno, purgatorio e paradiso. Quando poi mi hanno chiesto come adattare la poetica di Dante al rap, ho risposto semplicemente che non c’è nulla da sistemare, perché Dante ha già messo tutto in rima. La connessione tra la sua poetica e il rap è appunto la rima».

Un accostamento azzardato forse tra due realtà che vengono viste normalmente molto distanti anche se non lo sono, anche il rap è cultura, secondo Clementino che spiega di avere grande attenzione personale anche per il mondo del teatro e della cinema

«Spesso il rap viene erroneamente visto come arte minore perché c’è gente che l’ha spinto in basso attraverso una narrazione clownesca basata perlopiù sul materialismo spicciolo. La verità è che il rap non è soltanto auto di lusso, orologi costosi e collane. Ma è innanzitutto riscatto sociale. Lo sfarzo che vediamo nei videoclip dei rapper americani è infatti un punto d’arrivo. In Italia, invece, molti hanno inteso male l’estetica dei colleghi d’oltreoceano, sfoggiando lussi senza avere prima imparato a rappare. Ci sono, ad esempio, ragazzini viziati che pretendono dai genitori rolex d’oro per emulare i propri beniamini e sentirsi di conseguenza dei rapper. E il dramma è che alcuni genitori li assecondano. Ciò è infinitamente sbagliato e dista anni luce dallo spirito del rap»

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