In campo nessuno rispetta le nuove regole e le immagini delle feste fanno arrabbiare il governo
Nell’Inghilterra devastata dal virus, le immagini del calcio gioioso, che festeggia i gol abbracciandosi a capannelli, o addirittura con le birre nello spogliatoio, sono un problema. D’immagine soprattutto. Il governo ha già avvertito le Leghe che non tollererà più scene come quelle viste in FA Cup. Ma è un problema protocollare su cui si sta avvitando il sistema.
Le nuove linee guida, infatti, entrate in vigore col nuovo anno, riflettono le prime restrizioni della primavera scorsa: i giocatori dovrebbero per quanto è possibile mantenere il distanziamento. Anche – persino – in campo, quando si esulta per un gol appena segnato.
A giocatori, dirigenti e staff tecnico è stato indicato di “evitare strette di mano e abbracci” durante le feste per un gol. E’ vietato scambiarsi le maglie a fine partita. I panchinari devono stare a distanza e indossare sempre la mascherina. I club di punta devono utilizzare tre mezzi separati per trasportare giocatori e staff. Devono avere ‘passaporti clinici’ per entrare negli spogliatoi. Ed altre regole, a decine.
Da pochi giorni poi è anche possibile che gli ispettori della lega facciano irruzione negli spogliatoi per verificare il corretto comportamento della squadra.
Ma è la regolamentazione delle esultanze a risultare particolarmente indigesta al senso comune. Come ha scritto il Telegraph è una regola un po’ assurda: giocatori che per 90 minuti si spingono, si respirano addosso poi se segnano devono mantenere le distanze. Che è già scoppiata in mille occasioni, e in particolare nella coppa nazionale, dove sono scese in campo squadra di categorie minori, fino all’ottava serie. Vaglielo a spiegare – ad esempio – ai giocatori del Chorley, che milita in National League North (sesto livello del calcio inglese) che batte in casa il Wigan (Serie B britannica) che devono festeggiare con compostezza, distanza e mascherine. Il risultato è questo:
Here we go, then – @Adele 🙌 pic.twitter.com/jPhuIvu6dZ
— Chorley FC (@chorleyfc) January 9, 2021
«Il tentativo di diluire la naturale scarica di adrenalina dei giocatori dopo un gol o una vittoria è destinato a fallire – scrive il Telegraph – Anche coloro che comprendono davvero il calcio riconoscono l’inutilità di cercare di controllare le forze primarie che scatena. Pep Guardiola difficilmente può essere liquidato come un Covid-scettico: ha perso sua madre per il virus, lo scorso aprile. Ma ha alzato le sopracciglia all’indicazione che le reazioni dei giocatori dovrebbero essere controllate da un decreto del governo. “Un ragazzo segna un gol, lo festeggia”, ha detto. “Non credo se si metta a pensare ‘non posso abbracciare il mio amico per due, tre secondi’”».